Il Post racconta l'evento milanese e la contraddizione italiana: il maggior produttore è il peggior comunicatore

Social Media e Vino. Vi avevamo parlato qualche giorno fa del fatto che il vino sarebbe stato protagonista al Social Media Week di Milano e così è stato. Cosa è venuto fuori? A leggere il divertente, ma ancor prima interessante articolo pubblicato su Il Post da Emanuela Marchiafava, che il vino…ci fa paura! Non di quello nel bicchiere, ma l’uso che se ne può fare attraverso i social media e, ovviamente, nell’ottica e-commerce. Una paura che, a detta degli esperti, deriverebbe dal vederlo come un qualcosa di così serio da avere il timore di raccontarlo. Un articolo quello de Il Post che, tra una battuta e l’altra, ci scatta una strana fotografia: siamo bravissimi a produrre vino (siamo primi produttori nel mondo), ma i peggiori nel raccontarlo e, di conseguenza, venderlo. 

 

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Prendiamo il vino troppo sul serio

La Social Media Week che si è svolta a Milano dal 6 al 10 giugno ha dedicato molto spazio al tema del vino.

(…) L’Italia è uno dei primi produttori di vino al mondo, è un Paese di allenatori, agenti di viaggio e cuochi ma è in soggezione di fronte al vino. Il problema non è da poco, perché gli americani e gli altri europei che chiacchierano di vino con disinvoltura e curiosità presentano risultati dell’e-commerce ben diversi dai nostri: in Italia il volume delle vendite online è pari a ventiquattro milioni di euro, lo 0,7% del mercato, in Germania sono al 5%, in Usa e Gran Bretagna al 10%. E il loro chiacchiericcio sui social, anche su quelli dedicati come Vivino (diciotto milioni di iscritti nel mondo) produce analisi di mercato molto preziose per tutta la filiera produttiva del vino.

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