Torna nelle librerie con una nuova edizione arricchita con 140 opere dell'artista il suo "The Wine of Gala"! Il regalo perfetto da mettere sotto l'albero! Un immaginifico viaggio nel vino e nella sua essenza! Una guida decisamente inimitabile!

Vuoi stupire un tuo amico, tuo marito, il tuo compagno o chiunque lui o lei sia, facendogli un regalo da vero enoappassionato? Beh sì entare in un’enoteca è sempre un ottima soluzione, ma se non vi sentite sufficientemente esperti o se semplicemente avete voglia di regalare qualcosa che possa ampliare il punto di vista del vostro destinatario in materia, allora è il caso che vi rechiate in libreria. E’ uscito infatti, proprio in questi giorni, uno di quei libri che gli amanti del buon bere e della cultura, non vorranno far mancare nella loro collezione.

Sul biglietto potreste lasciare come indizio una frase del tipo “un vero intenditore non beve vino, degusta segreti”, o, più esplicitamente un secco “quest’anno, il vino, te lo faccio consigliare da Salvador Dalì”. E’ infatti appena stato ripubblicato “The Wine of Gala”. Pubblicato per la prima volta nel 1976 come seguito del libro di cucina cult dell’eclettico artista (Les Diners de Gala del 1973), torna in libreria in una veste nuova grazie all’editore Taschen. Un libro che esplora i piaceri dell’uva fermentata nei testi di Max Gérard e Louis Orizet, raccontandoli attraverso opere “sensuali e sovversive” dell’artista.

 

Salvador Dalì e la sua “folle” immaginazione in un libro che è ben più di questo!

 

salvador dalì vino

Ph: una delle opere di Dalì che compongono la nuova edizione di The Wine of Gala

La sua frase, quella che abbiamo scritto poche righe fa e cioè che “un vero intenditore non beve vino, degusta segreti” fa ormai parte del nostro immaginario. Pensando alla stravaganza di Dalì e alla sua sensibilità non stupisce che, nel suo libro, i vini li ordina “secondo le sensazioni che creano nel nostro intimo”. Ecco spiegati i titoli dei capitoli quali ad esempio “Wines of Frivolity”, Wines of Purple” o, ancora, “Wines of the Impossible”. E tra i vini della gioia c’è il nostro Chianti insieme al Beaujolais, il Muscadet e la Rioja.

Per i vini francesi ci sono anche capitlo specifici, ma a rendere unica questa edizione è, oltre alla scrittura, l’immagine. Sono ben 140 le oper dell’artista riprodotte. Tra queste una rivisitazione dell’Ultima Cena e il vino lo sappiamo è un elemento fondamentale per ciò che diventerà l’Eucarestia. In un altra c’è sua moglie e musa, Gala, che regge un grappolo d’uva rossa. In un’altra ancora vediamo un gatto bianco che piange lacrime di vino rosso in coppe d’argento. Se c’era qualcuno al mondo che poteva interpretare il vino guardandolo da migliaia di prospettive diverse, questo era certamente Salvador Dalì.

 

Mente e braccia

Lui ci ha messo la creatività e quella “follia” geniale che lo ha reso inimitabile. Ad accompagnarla la mano esperta del suo amico Max Gérard che nella prima parte ha descritto i “Dici vini Divini Dalì”, offrendo una panoramica delle regioni viticole preferite dall’artista. L’aspetto emotivo Dalì lo affidò invece al viticoltore Louis Orizet cui diede il compito di raggruppare i vini a seconda proprio della loro “risonanza emotiva”.

Si parla tanto di sensorialità. Oggi è diventata una parola d’ordine nel vino e la viviamo ormai in tridimensionale. Ma se ci fu un precursore fu proprio lui che nero su bianco (e con la magia dei suoi colori) è riuscito, in tempi insospettabili, a crare un’opera che è un incredibile viaggio dell’immaginazione e la multisensorialità nel mondo del vino.

Non manca, con la stessa cratività, la parte “professionale” qualla con cui il testo si conclude: “Il gourmet del vino”, ovvero i suggerimenti su come servire il vino e come abbinarlo. Una guida antelitteram quella di The Wines of Gala che, per il suo valore estrinseco, resta inimitabile!