Dal 7 al 10 settembre l'isola già patrimonio Unesco per le sue viti ad Alberello e ora Parco Nazionale, ospita la kermesse che ne esalta gusto e bellezza. Le migliori cantine del territorio si lasciano scoprire nella magia di uno scenario unico

Lì dove la bellezza ha incontrato l’ebbrezza, dove il fuoco a generato la terra e dove gli uomini si sono trasformati in eroici coltivatori, nasce una cultura millenaria fatta di popoli che l’hanno solo sfiorata, che l’hanno abitata e che l’hanno resa il ponte ideale tra culture diverse capaci di trovare nuovi e immutati equilibri. Se esiste un posto dove l’intervento umano e la natura si sono perfettamente armonizzati è l’isola di Pantelleria. La lentezza dovuta al rispetto di un luogo unico e la velocità richiesta dalla modernità dei mercati si combinano così bene che è difficile non innamorarsene.

Quei terrazzamenti eroici dell’antica viticoltura ad alberello e la dolcezza dei suoi passiti d’eccezione, saranno anche quest’anno la cornice di un evento che col vino celebra il valore di un’isola, delle sue genti e dei suoi viticoltori. Dal 7 al 10 settembre torna Passitaly. L’evento perfetto con cui godere dell’enogastronomia di un luogo incantevole che delle sue viti ad Alberello ha fatto già un Patrimonio Mondiale Unesco.

 

Passitaly 2017: quattro giorni con le migliori cantine del territorio per scoprirne e degustarne eccellenza e segreti

 

Passitaly 2017 pantelleria-vigneti

 

Di recente divenuta Parco Nazionale, Pantelleria è un sistema agricolo diffuso capace di creare quello che chiamiamo turismo d’interesse. L’enoturismo è la chiave di lettura perfetta per vivere insieme cultura, enologia, gastronomia e natura. Ed è proprio quella scelta da Passitaly, l’evento interamente dedicato ai vini passiti naturali promosso dal Comune, dal Consorzio per la tutela e la varlozizzazione dei vini Doc dell’isola e che gode del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole (mipaaf).

Un tassello importante nella creazione di quel brand Sicilia che ha fatto dei vini una vera e propria forza motrice. A disegnarne il profilo perfetto, in quest’isola nata davvero dal fuoco e che mantiene intatte le caratteristiche vulcaniche della sua terra, è stato l’uomo che ha saputo armonizzare il lavoro con la natura creando la magnificenza di una viticoltura eroica divenuta patrimonio mondiale dell’umanità. Quattro giorni per vivere questa realtà a 360 gradi attraverso l’eccellenza dei vini passiti delle aziende più importanti a cominciare da Pellegrino, Donnafugata, Vinisola, Salvatore Murana e tutte quelle del Consorzio per la tutela e la valorizzazione dei vini Doc dell’Isola di Pantelleria.

Non solo il “re” dei vini dolci, lo Zibibbo, dunque, ma anche Moscato, Passito e tutta la dolcezza che una ben più aspra viticoltura sa regalare. Degutazioni e itinerari che quest’anno vogliono celebrare anche il terzo anno dal riconoscimento Unesco e il riconoscimento a Parco Nazionale.

 

Un’annata da festeggiare guardando al futuro e alle tante occasioni da cogliere

L’occasione sarà quella di una tavola rotonda per dibattere sul potenziale di un territorio in gran parte inespresso, ma come il terreno su cui sorge, voglioso di esplodere contagiando i mercati di tutto il mondo. L’incontro si terrà l‘8 settembre a Castello Barbacane. Tra i partecipanti: il Capo dipartimento del Ministero delle Politiche Agricole Luca Bianchi. La Dirigente genrale del Ministero dell’Ambiente Carmela Giarratano. Il Responsabile Ufficio Unesco del Ministero delle Politiche Agricole Pier Luigi Petrillo. Il professore ordinario di Colture Arbree della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo Giuseppe Barbera. Il Segretario Genrale Convenzione Unesco Tin Curtis e, ovviamente, il presidente della Doc Sicilia Antonio Rallo.

L’occasione sarà anche quella per la consegna del Premio “Pantelleria Patrimonio Unesco 2017”.

 

Passitaly 2017: sua maestà lo Zibibbo si presenta lì dove la bellezza s’innamorò dell’ebrezza

 

Passitaly 2017 lago-venere

Ph: Sicilia – Flickr (uso e modifiche consentite)

 

Quello di Passitaly è “un vero e proprio viaggio di scoperta e approfondimento degli aspetti ambientali, culturali e produttivi di un territorio dove la civiltà dell’uomo ha saputo interpretare al meglio un contesto unico, ma al tempo stesso difficile e a volte ostile”. Questo quello che si legge nella nota organizzativa. “Terrazzamenti, muretti a secco e dammusi sono la prova tangibile e concreta di una tradizione agricola millenaria da sempre fondata sull’equlibrio tra uomo e natura. Gli elementi naturali si alteranno all’opera dell’uomo. Antiche vestigia archeologiche e capolavori d’archietettura fanno parte di un paesaggio la cui unicità è il frutto di un millenario sposalizio con il territorio che trova esaltazione nella coltivazione del prodotto principe dell’isola: lo zibibbo, il cui apice è stato raggiunto nella realizzazione dell’allevamento della vite ad Alberello”.

Un microcosmo dove l’uomo ha strappato la terra dalla roccia rendendolo unico e magico. I vini passiti di questa terra, naturalmente dolci, sono il simbolo di questa relazione mai interrotta che vive ancora oggi di eccellenza e qualità.

Di un luogo così si è innamorata persino Venere. E’ qui che la bellezza ha incontrato l’ebbrezza. Lo Specchio di Venere ne è il simbolo perfetto. Un lago a forma di cuore dove la dea si specchiava più volte per presentarsi perfetta all’amato Bacco. Un territorio che merita, insomma, di essere scoperto e vissuto attraverso la dolcezza dei suoi vini e la meraviglia dei suoi luoghi.