Negli anni alcuni studi hanno cercato di capire se differenze vi fossero e quanto pare è così: e se le donne fossero più brave nella degustazione?

Una cosa è la parità dei diritti, una cosa è la differenza nell’esercitarli: una definizione che ci pare calzi a pennello per parlare, alla vigilia della festa della donna, delle differenze che caratterizzano uomini e donne nell’approccio all’assaggio del vino.

Se le epoche passate alle donne non consentivano di avvicinarsi al calice, figuriamoci a produrlo il vino sono un ricordo lontano sebbene su alcuni temi ancora si combatte per la parità, oggi un buon vino è concesso (come è giusto che sia) a chiunque.

Tasting Table, rivista di settore, ha richiamato alcuni studi per capire come approcciamo al nettare di Bacco e le differenze ci sono…lo dice persino la scienza.

Non solo questione di assaggio, ma di preferenza: in pubblico le donne scelgono i calici più degli uomini

Sul lato dei consumi abbiamo visto negli anni come le donne siano grandi consumatrici di vino proprio come gli uomini. Ma se si parla del cosa bere, ad esempio, uno studio dell’agenzia di sondaggi Gallup del 2021 aveva dimostrato come negli Stati Uniti a scegliere i calici fosse più il gentil sesso rispetto agli uomini orientati prevalentemente verso birra e liquori.

Ancor prima era stato un sondaggio del Daily Mail ad entrare nel tema rilevando nel 2017 che non è che gli uomini il vino lo amino meno, ma per loro è preferibile gustarlo in casa (lo ha dichiarato il 91 per cento degli intervistati). Diciamo che in sostanza il vino è più sociale per le donne rispetto ai maschietti.
Di qui il tema centrale: perché ciò accade?

Perché questa differenza? Lo studio che ha cercato di dare una risposta: le donne all’assaggio si preoccupano di trovare le differenze, molto più dei maschietti

La risposta sarebbe in uno studio condotto nel 2018 a Madrid che ha cercato di capire in che modo il genere influisca sulla preferenza del vino. Sono stati 208 i consumatori su cui l’indagine è stata condotta con i risultati pubblicati poi sul Journal of Food Quality and Preference.

Ai partecipanti allo studio (uomini e donne di età differenti) sono stati dati sei vini da assaggiare, tutti diversi. Dopo averli assaggiati è emerso come gli uomini tendessero a riportare “punteggi più alti su emozioni significative” rispetto alle donne, mentre queste ultime si preoccupavano più della differenza tra un vino e l’altro. Una cosa davvero bizzarra a pensarci visto che siamo abituati ad immaginare le donne più attente al lato emotivo.
Insomma le donne alla fine si sono dimostrate “più preparate” nel trovare le differenze tra un vino e l’altro e anche nello spiegarle in termini di vero e proprio linguaggio. E lì hanno speso molta emotività.

Insomma per gli uomini sarebbe più una cosa intima, da vivere quasi in modo privato. Che le donne siano più brave ad assaggiare i vini? Verebbe da chiederselo. Questo non lo sappiamo e sarebbe una banalizzazione, ma certo è che anche come sommelier hanno saputo conquistare un posto in un mondo che sembrava a misura di uomo e questa è già una gran bella notizia.

 

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