Eroticamente esplicite, poetiche o utili a comunicare qualcosa. La fantasia non manca. Ecco alcuni ever green ideali anche da regalare a Natale! Un winelover apprezzerà la goliardia

Etichette sotto l’Albero. Passateci un po’ di goliardia. Ci sarà anche del trash, ma presi con la giusta ironia, ci sono vini che val la pena regalare a Natale. Un’etichetta può dire molto. Non solo in termini di composizione e qualità del vino, ma anche come messaggio più o meno subliminale. Sessualmente esplicite, poeticamente eteree, ironicamente offensive, ci sono bottiglie che val la pena mettere sotto l’albero di Natale per dichiarare la propria attrazione o confermarla; per cercare di conquistare un cuore o scaricare un amico rivelatosi un vero e proprio Giuda. Qual è la regione regina dell’etichetta esplicita? Ovviamente la Toscana che con quel suo carattere forte e deciso sul tema ha sempre saputo bene come strappare grasse risate!

 

Etichette sotto l’Albero: attrazione fisica e sessuale? Ecco quelle con cui esporti senza riserve.

Che le si vogliano regalare ad un amico per farsi quattro risate o a qualcun altro per esplicitare un desiderio le etichette sessualmente esplicite vanno sempre per la maggiore. Ne abbiamo rispolverate alcune. Dei veri e propri ever green perfetti da impacchettare e mettere sotto l’Albero aspettando l’imbarazzo del momento dello scarto.

Toscana

Etichette sotto l'Albero - eroticheIniziamo da un classico Trombaia, il merlot Sangiovese della Tenuta Perini che non lascia molto spazio alla fantasia, almeno nel nome. Parliamo comunque di un ottimo vino. Tanto perché si sappia nel 2012 l’annata 2010 è stata premiata con la medaglia d’argento al Concours Mondial de Bruxelles. Non ci dobbiamo poi spostare molto per trovare un altro grande classico dell’enologia “erotica”. Qualcuno lo ha definito il vino con il nome più trash della storia delle etichette. Per altri è piuttosto la provocazione di un vignaiolo cui stravaganza e irriverenza non mancano, così come le capacità.

E’ suo Il Merlo della Topa Nera prodotto nell’azienda di Montecarlo, la frazione di Lucca non quella del Principato da Gino Fusco Carmignani. In un’etichetta un’immagine. Decisamente esplicita e decisamente voluta. Per goliardia ovviamente. Una sorta di intramontabile per chi vuol sdrammatizzare un mondo che, a volte, tende decisamente a prendersi troppo sul serio.

In alternativa possiamo suggerirvi una bottiglia di Ficaia della fattoria Uccelliera (unico bianco della rassegna). Avete pensato male, ma sebbene il rimando sessuale non manchi è bene che si sappia che, in Toscana, la ficaia è l’albero di fico. Tant’è. Quando si parla di marketing va bene anche così. Dalla terra del vino altre due imperdibili chicche. Lo Scopaio prodotto a Castagneto Carducci che richiama la località, ma nell’immaginario e negli intenti ben altro e il ben più noto Soffocone di Vincigliata di Bibi Graetz, artista norvegese trapiantato a Fiesole che ha voluto così omaggiare le tante coppiette che si appartano nei dintorni della sua azienda. Persino con il disegno nell’etichetta: una donna inginocchiata. Più esplicito di così!

Non dimentichiamo poi la Pàssera di un’azienda di punta della regione: Poggio Trevvalle. Se poi vi trovate tra l’Abruzzo e le Marche c’è sempre la Passerina a disposizione. Il vino, ovviamente!

 

Piemonte

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Altra terra di grandi vini non poteva non far sentire la sua voce in questa gara di virilità. Partiamo dalla Bernarna. Persino sulla Treccani troverete tra le definizioni figurate “denominazione scherzosa dell’organo genitale femminile”. Christian Trinchero, in modo elegante con un gioco fatto di linee, l’ha direttamente messa in etichetta. Inutile farci credere che il nome sia nato dalla fusione di Barbera e Bonarda, i vini di cui è fatto, la verità è altra e il riferimento chiarissimo. La vogliamo mettere sul piano della fertilità così che tutti si possa brindare alla vita senza trovarsi a tavola con qualche parruccone sconvolto da così tanta volgarità? 

Si potrebbe fare o, magari, per compensare potremmo metterle accanto un bel Bricco dell’Uccellone. Un Barbera niente male prodotto dall’azienda Braida. Il nome verrebbe da una vecchia che abitava in una vecchia casa accanto all’azienda. Era sempre vestita di nero, dicono. Per questo la chiamavano l’uselun (l’uccellone). Sarà, ma se poi imbottigli anche “La Monella” qualche dubbio…viene!

 

Etichette sotto l’Albero: quelle giuste per trovare il coraggio di parlare.

Etichette sotto l'Albero baciare

Partiamo sempre dalla Toscana e da un bianco che, tra l’altro, è anche un grande vino. Siamo sull’Isola del Giglio ed è qui che, nell’azienda agricola Fontuccia, possiamo trovare il vino perfetto per far capire a qualcuno che beh…abbiamo qualcosa da dire. Che sia per un chiarimento o per un pettegolezzo il “Senti oh” è l’etichetta perfetta per lanciare il messaggio che stiamo cercando di dare. Ammesso che il chiarimento arrivi si potrebbe stappare anche ‘Nantropò di vino, della stessa azienda e sempre prodotto con uve Ansonaco.

Mettiamo che invece non riusciamo a prendere coraggio per dichiarare il nostro amore. Che ne dite di mettere sotto l’albero un bel Baciamo Subito dell’azienda piemontese La Scamuzza? 

Avete litigato con qualcuno e sapete di essere in torto? Ricordategli del vostro carattere Testardo e stappate la bottiglia prodotta da Benazzoli in quel del Veneto. Siamo certi che si farà pace molto più facilmente. Se è ad un amico che vi siete sentiti traditi optate per una bella bottiglia di Sangue di Giuda. Un vino Doc la cui produzione è consentita solo nella provincia di Pavia. 

 

Etichette sotto l’Albero: stasera si beve… “de merde”

Etichette sotto l'Albero vin de merd

Insomma in Italia ce n’è per tutti i gusti, ma anche all’estero non si scherza. Volete vedere quanto coraggio hanno i vostri amici. Regalategli un bel “Vin de merde” e vediamo se avranno il coraggio di stapparlo. A proposito, il vino in questione, prodotto da Jean Marc Speziale nelle Languedoc è un ottimo francese. Ed è proprio perché quel territorio veniva considerato di serie B che ha lanciato la sua provocazione: mettere in etichetta il modo in cui il vino di quel tratto di Francia veniva additato. Con tanto di…mosca!

Che è buono magari, diteglielo dopo!