Vinitaly 2017: la degustazione virtuale del Consorzio porta dal divano ai filari in un battito di ciglia. Un'esperienza unica che introduce ad un nuovo ambizioso progetto: quello dei 'Volcanics Wine)

Vi ricordate quando vi abbiamo parlato di degustazione virtuale? Beh al Vinialy il Consorzio del Soave l’ha presentata in una veste ancor più tecnologica: in realtà aumentata. L’occasione è stata la presentazione del progetto “Volcanis Wines”. Un’iniziativa che coinvolge le eccellenze enoiche che ancora oggi si producono sui suoli di antichi vulcani siano essi ancora in attività o meno. Un nuovo modo di raccontare i terroir.

 

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Ph: barnyz – Castello Soave – Flickr CC

 

Degustazione ‘Soave’: camminare tra i filari a degustare vino standosene comodamente sul divano

 

Avrete notato la contraddizione. Come si può essere all’aperto a bere vino se poi si è seduti sul divano? Con la realtà aumentata. Quella che il Consorzio del Soave ha portato al Vinitaly 2017 regalando un’esperienza decisamente unica ai presenti. La multisensorialità a 360 gradi è quella che ha ruotato intorno ai calici in degustazione. Gusto, olfatto e vista sì, ma non solo per guardare dentro il bicchiere, ma per guardarlo immersi tra le colline dei vini veneti.

Indossati gli occhiali inizia un viaggio che vi farà dimenticare di essere seduti in una delle sale della manifestazione attorniati da stand, profumi e rumore. Anche in un ambiente così confusionario si può avere la sensazione di essere fisicamente in un altro luogo. Sulle colline del Soave appunto e nel paese di Soave vedendolo così com’è oggi e com’era cento anni fa. “Si tratta di una degustazione virtuale – ha spiegato il direttore del Consorzio Aldo Lorenzoni – in cui le persone che assaggeranno i nostri vini potranno indossare degli occhiali multimediale, vivendo il territorio come se camminassero tra i nostri filari”

A rendere possibile questa seconda dimensione è Art Glass. Un progetto tecnologico che “nasce dalla cultura”. Lo ha spiegato il cofondatore della società Antonio Scuderi. Gli occhiali sono infatti già in dotazione in  moltissimi musei. Il vino, in fondo, è un’opera d’arte. Un capolavoro dell’artigianato professionale. Un’eccellenza che in Italia parla una lingua universalmente conosciuta. Ecco perché l’abbinamento crea una realtà aumentata che è quasi una performance per godere del buono del #MadeinItaly. Una tecnologia quella per la prima volta proposta per un’esperienza sensoriale di questo tipo “al servizio delle esperienze, delle sensazioni e della conoscenza. La tecnologia – ha concluso Scuderi – finisce con lo scomparire. E l’esperienza prevale”.

 

Degustazione Soave: Volcanics Wines, quando la realtà aumentata è nel suolo dove crescono i vigneti

 

L’occasione per questa degustazione particolare è stata quella della presentazione del progetto Volanics Wine di cui proprio il Consorzio del Soave è capofila. Con un disciplinare che si avvia all’imbottigliamento esclusivamente sul territorio, 53 milioni di bottiglie vendute di cui l’85% sui mercati esteri, questa è certamente una realtà leader nella produzione dei bianchi italiani.

A lei dunque il compito di condurre (in qualunque momento e in ogni luogo) i winelover e i buyer verso questa porzione di territorio Veneto e in altri territori d’eccellenza. Conquistare i mercati attraverso la narrazione. Attraverso l’unicità. Attraverso, in una parola, il terroir. Emozionalità. E’ questo il sentimento che mira a smuovere questo progetto. Volcanics Wines coinvolge 12 territori. Dodici vitigni dal fascino unico che costellano tutto lo Stivale. Dai Campi Flegrei a Ischia, dai Colli Euganei all’Etna, da Frascati a Gamellara, da Lessini a Mogòro, da Orvieto a Pantelleria, da Pitigliano e Savona a Soave, dalla Tuscia al Vulture fino al Vesuvio.

Questo l’itinerario di una iniziativa che vuole promuovere denominazioni di gran pregio troppo spesso ignorate dai tanti riflettori che si accendono ogni giorno sul vino italiano.

“Si tratta di una forma originale di comunicazione”, ha detto Lorenzioni. “Una chiave di lettura che unisce da Nord a Sud tanti territorio. Una chiave di lettura originale che racconta di terroir unici, di vitigni di antica coltivazione rari e straordinari”. Quale degustare nella terra del Soave? Ovviamente un calice di Garganega che, sul territorio, matura su 7mila ettari di terreno coltivati a Pergola Veronese. 

Come la si metta metta…è una degustazione Soave!