Le favola moderna dell'imprenditore e ricercatore che ha lasciato il Nasdaq per tornare alla sua terra. Un oro e due argenti premiano, al Concours Mondial, tutte e tre le sue cantine

La sapete la storia del perché i tatuaggi si portano in numero dispari? Perché il primo rappresenta la terra natìa, quella da cui ogni buon marinaio è destinato a saltare. Il secondo è quello dell’approdo. Il terzo quello del ritorno a casa! La contemporaneità ci ha trasformati un po’ tutti in marinai. Che sia per volontà o per necessità ogni mondo, si direbbe, è Paese. Ma non è esattamente così. Il proprio, di Paese, è quello dove si lasciano le proprie radici. E ogni buon marinaio, alla fine, vorrebbe tornare per prendersene cura.

Ci sono favole moderne che sono storie di passione, caparbietà e quel pizzico di coraggio necessario per fare un passo che ai più sembrerebbe una follia. Dai tetti di New York alle vette del mondo con i suoi vini: è questa la storia di Claudio Quarta che, nei giorni scorsi, è salito con tutte e tre le sue cantine sul podio del “Concours Mondial de Bruxelles”. 

 

Claudia Quarta: i vini che hanno conquistato i 320 degustatori riunitisi in Spagna

 

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Cantina Moros, Tenute Eméra e Cantina Sanpaolo. Tutte e tre le cantine di Claudio Quarta hanno raggiunto il podio nel prestigioso concorso francese. Un “en plein” straordinario messo a segno a Valladolid. E’ qui che si è svolta la competizione con 9.080 vini provenienti da tutto il mondo. Ad assaggiarli, alla cieca, 320 degustatori.

La medaglia d’oro se l’è guadagnata a “Moros” il Salice Salentino Rosso Dop Riserva 2015 prodotto nella omonima cantina di Guagnano, nel cuore del Salento del Negroamaro. E’ qui che Claudio Quarta ha dato il via al suo progetto “Un vigneto, una cantina, un vino”. Una rarità nel panorama nazionale. Una piccolissima cantina, con l’annesso vigneto di poco più di un ettaro, dedicata alla esclusiva produzione di un solo vino, il Moros. Vino che alla sua terza annata ha già collezionato una striscia di riconoscimenti importanti. 

“Un riconoscimento che ci rende felicissimi”, ha commentato Quarta. “Premia la qualità e l’autoctonia. Questo naturalmente ci stimola a proseguire con determinazione sulla strada della valorizzazione dei vitigni autoctoni, come ci confermano ulteriormente anche le altre medaglie ai vini prodotti sempre in territori vocati: Lizzano terra storica del Primitivo di Manduria e l’Irpinia, regno del greco di Tufo”.

La medaglia d’argento è infatti andata a Salento Rosso IGP 2015 delle Tenute Eméra e alla Cantina Sanpaolo per il Greco di Tufo Claudio Quarta Docg 2016. Vino, quest’ultimo, che aveva ottenuto lo stesso riconoscimento già l’anno scorso. 

 

Claudio Quarta: la favola moderna di un microbiologo che all’apice della carriera ha scelto la semplicità delle sue radici

 

claudio-quarta-foto“Lascio New York e il Nasdaq per ritrovare il sapore della mia terra”. Lo scrive sul sito web della sua azienda ed è qui che troviamo al sua storia. La scelta arriva nel 2005, ma la sua carriera inizia ben prima. Il vino è sempre stata una sua passione, ma la sua vita, fino a quel momento, è stata un’altra. Biologo genetista inizia la sua carriera nel 1996 quando viene nominato direttore del Centro Ricerche di Gerenzano. 

E’ lui, con un’operazione che trasformerà il centro in una società di biotecnologie farmaceutiche, ad evitare al centro d’eccellenza una ingloriosa fine. La Biosearch Italia, questo il nome che prenderà, nasce l’ultimo giorno del 1996. Un buon auspicio di rinnovamento che, nel 2000, la porterà ad essere la prima Biotech Company a quotarsi in borsa. Di qui la fusione operata da Quarta con un partner americano, Vicuron Pharmaceuticals, e la conseguente quotazione al Nasdaq di New York. 

Nel 2005 la decisione di lasciare il camice, la carriera da ricercatore e quella di imprenditore farmaceutico, per vestire i panni del vignaiolo. L’amore per il bello, inteso non solo in senso estetico, ma come stile di vita che diviene un tutt’uno nel suo stile imprenditoriale, nel mondo di fare impresa e di produrre vini di qualità. Il know how di uomo “di mondo” gli permette di dar vita ad un progetto che si incarnerà nelle sue tre cantine.

Come un buon marinaio, Claudio Quarta ha lasciato la terra natia, il Salento, ha attraversato persino gli oceani arrivando fin negli States. Alla fine ha fatto ritorno portando con sé esperienza e conoscenza. In vigna, poi, ci ha messo in più quella passione che aveva portato con sé quando aveva lasciato il suo porto. Il risultato? Non c’è che dire: mondiale!