La ricerca arriva dall'Inghilterra. Ogni settimana chiudono 21 pub, ma le attività commerciali, risotranti inclusi, che hanno aperto le porte agli amici a quattro zampe ottengono successo! I clienti socializzano e ordinano più calici e pinte!

Pet teraphy a parte, l’ingresso consentito agli animali sembra essere un toccasana per le attività commerciali. Almeno in Uk e, considerando l’amore per gli amici a quattro zampe, potrebbe essere un buon modo per ingraziarsi clienti anche nei pub e ristoranti di casa nostra. Uscire per un calice di vino in compagnia, per una birra o semplicemente per svagarsi un po’, anche da soli, è un bene! Ma complice la crisi economica e ancor più le offerte dei supermercati, le vendite nel Paese dove un bicchiere non si nega a nessuno ha creato non pochi problemi e sono stati tanti i pub che hanno dovuto chiudere battenti.

Ma quelli che hanno deciso di aprire le porte ai cani, beh, loro hanno visto incrementare gli affari. Lo sostiene Kennel Club, associazione che si occupa proprio degli amici a quattro zampe. E se è vero che la pubblicità è specchio dei tempi…ve lo ricordate questo spot? E’ di almeno 7 anni fa ma diremmo che è stato…premonitore!

 

 

 

Attività in crisi? Se permetti l’ingresso ai cani potresti ritrovare la strada giusta

 

Il 97% delle aziende amanti dei cani su cui Kennel Club ha condotto la ricerca, hanno aggiunto un valore in più al loro business. Eppure non sono moltissimi i ristoranti, i pub e le attività commerciali dedite alla somministrazione di cibo e alcolici in cui i nostri amici sono ben accetti.

Questo perché, ha scoperto la società, il 76% dei ristoratori e gestori di locali intervistati, crede che con le leggi in vigore (quelle inglesi) sia difficilissimo riuscire a far sì che anche loro abbiano libero accesso. Ma così non è. Le leggi, infatti, impongono soltanto che i prodotti alimentari vengano preparati lontando dal luogo d’accesso canino.

Quel che è venuto fuori è sconcertante. A fronte dei 21 pub del Regno Unito che ogni settimana chiudono battenti, ci sono 8 milioni e mezzo di proprietari di cani che potrebbero evitare loro il disastro. Lo dimostra il fatto che l’82% di quelli che hanno adottato la politica dell’accoglienza, hanno notato una maggiore interazione sociale tra gli ospiti e il 79% ha dichiarato di aver visto migliorare l’atmosfera del proprio locale proprio grazie alla loro presenza.

 

Attività in crisi? Gli imprenditori, sui cani, sono pronti a ripensarci

 

A quanto pare gli imprenditori britannici ci stanno pensando a modificare il loro atteggiamento. I dati parlano chiaro. I locali chiudono perché comprare una bottiglia di vino su uno scaffale del supermercato è molto più semplice ed economico. Dargli un valore aggiunto è l’unico modo per sopravvivere, o meglio ancora, vivere serenamente con il proprio lavoro. I cani potrebbero essere una soluzione. Non definitiva magari, ma certamente vantaggiosa.

Uscire a passeggiare con l’amico a quattro zampe e fermarsi per una cena o un aperitivo sarebbe più semplice. Ecco perchè il 73% delle imprese sta pensando di rivedere le sue politiche riguardo gli animali a patto che i padroni si prendano la briga di dimostrare che i loro amici non fanno danni. Come ha giustamente sottolineato Caroline Kisko, segretaria del Kennel Club “i proprietari di cani e i loro animali sono una parte fondamentale della comunità. Le statistiche dimostrano che è un bene permettere l’ingresso degli animali nei luoghi pubblici dove andare a bere”, un atteggiamento che spinge a consumare insomma.

Se poi si volesse proprio stragare beh allora si potrebbe anche trattarli come veri e propri clienti. Eh sì perché se il vino se lo sono inventati per gatti, per i cani c’è un’ottima birra da servire: la Paukekko!

Chissà che anche in Italia non inizi a cambiare l’atteggiamento verso gli amici a quattro zampe e che la loro presenza non risollevi le sorti di un settore dove è vero che ogni anno aprono molti ristoranti, ma, lo dicono le statistiche, non in grado di sopravvivere oltre i quattro anni!