21 marzo Giornata Mondiale della Poesia. Abbiamo deciso di omaggiarla con cinque bottiglie perfette per cinque poesie dedicate dove il nettare di Bacco è protagonista
Primavera: nella parola l’inizio di ogni cosa; quel Primo Vere che per il poeta Gabriele d’Annunzio è il ricordo della gioventù, età che più d’ogni altra è inizio di ogni cosa: la natura sboccia, il cuore s’innamora, i sogni sembrano possibili e il vino…inebria! Il 21 marzo è il giorno in cui tutto inizia a splendere. Il giorno del mese “matto” di Giovanni Pascoli quello delle “attese” de “le cose che ignoriamo”, ma che “sono in cammino” della poetessa Emily Dickinson. E dal 1999 il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia voluta dall’Unesco.
Per l’occasione abbiamo creato una nostra Carta dei Vini decisamente particolare abbinando ad ogni poesia un vino.
Vino di primavera: la Toscana protagonista nei versi di Cecco Angiolieri
Toscana terra di contrasti e terra di rivalità. Guelfo per appartenenza Cecco Angiolieri partecipò all’assedio di Roccastrada, ma la sua indole non era di certo quella di un soldato. Contemporaneo del Ghibellino Dante Alighieri, come Ugo Foscolo lo definì, se i due mai si fossero scontrati in un campo di battaglia lo avrebbero di certo fatto a suon di rime e di sonetti. Le regole all’uomo che “S’i fosse fuoco, arderei ‘l mondo” non piacevano di certo. Con la sua vena comica canzonava proprio quel Dolce Stil Novo del Sommo poeta.
Un autentico giullare della parola in questa rima in cui si canzona del vin latino capace di infastidirlo più della sua donna quando lo butta fuori di casa, omaggia la sua terra e la sua eccellenza enologica inebriandosi del bianco per eccellenza della sua Toscana: la Vernaccia. Per decantare le sue Rime scegliamo allora L’Albereta Vernaccia di San Gimignano Riserva Docg de Il Colombaio di Santa Chiara. Sapido e ben strutturato è un vino elegante e di carattere. Proprio com’era la penna di Cecco Angiolieri!
Vino di primavera: la Borgogna e i valori della Rivoluzione Francese secondo William Blake
Non è un caso che per accompagnare “La Rivoluzione Francese” di William Blake abbiamo scelto il quadro di Eugene Delacroix “La libertà che guida il popolo”. L’inglesissimo Blake, artista poco compreso al tempo e poi riscoperto nella poesia e nell’arte visiva tanto da essere considerato l’antesignano del romanticismo britannico, fu un grande ammiratore della Rivoluzione francese. Soprattutto dei suoi valori: libertà, uguaglianza e fraternità.
Una descrizione splendida dove il vino, il suo colore, e il suo luogo (la Borgogna) dipingono la figura del Duca. Una descrizione così forte da far sembrare che in quel luogo sia lui l’unica cosa visibile. Quasi che quegli abiti così rossi prendano fuoco davanti a noi. Una forza che si traduce nella corposità dei grandi rossi di Borgogna. Uno per decantare Blake e la libertà? Noi scegliamo un Bourgogne Passetoutgrain di Louis Latour!
Vino di primavera: il vin dè colli italici per brindare a Giosuè Carducci
Parlare di Giosuè Carducci è come parlare di una pietra miliare della poesia italiana. Aspramente criticato e altrettanto amato in vita la nettezza dei giudizi sulla sua vita e la sua opera rappresentano perfettamente la schiettezza di un autore erede sì del primo romanticismo, ma ben lontano dalla decadenza che ne seguì. Quei valori di cui Blake si faceva portatore nella sua Rivoluzione Francese sono gli stessi che nell’amor patrio mise Carducci.
Primo italiano ad aggiudicarsi il premio Nobel per la letteratura in questo “Brindisi” omaggia Bacco. E lo fa attingendo alla classicità così come è d’uso per chi si fa portatore di alti valori etici e morali legati alla storia ancor prima che all’uomo. E’ “il vin dè colli italici” quello che decanta, quello di Tarconte eroe della mitologia etrusca che col fratello Tirreno (sì da qui il nome del mare) condusse una migrazione della Misia in Etruria. A lui è attribuita la fondazione della dodecapoli etrusca e la fondazione della sua città più importante Tarquinia. Ecco perché, per decantare una poesia così, ci vuole un vino simbolo della Tuscia. Quale? Ovviamente l’Est! Est!! Est!!! Montefiascone Dop dell’azienda Falesco.
5 vini per 5 poesie: l’ardore dell’amore per brindare con Gabriele d’Annunzio
Come sapeva descrivere “il piacere” lui nessuno mai! Poeta in grado di fare dell’erotismo pura poesia e dell’eroismo altrettanto Gabriele d’Annunzio è un uomo dalle mille sfaccettature e un poeta che si sta lentamente riscoprendo. Abruzzese di nascita e amante della sua terra gli ultimi anni li trascorse nel mausoleo che dedicò a se stesso a Gardone Riviera: il Vittoriale.
Eroe di Fiume, sceneggiatore, romanziere e poeta (per citare alcune delle arti cui gli permise di dedicarsi il suo eclettismo), in questa poesia in cui descrive attraverso il vino l’atto d’amore. Abbiamo deciso di decantare la sua poesia sorseggiando un vino dolce del Lago di Garda. Concedeteci un volo pindarico sull’altra sponda però. Per d’Annunzio oggi degustiamo un Recioto della Valpolicella de La Collina dei Ciliegi.
5 vini per 5 poesie: baccanale in una taverna romanesca per immaginare in compagnia di Trilussa
Trilussa è Roma. E’ la Roma che sorride, quella del dialetto e l’umorismo con cui raccontare la cronaca quotidiana. Molte delle sue poesie in romanesco sono diventate detti popolari, ma la poetica di Trilussa è una poetica arguta e scaltra non esule dalle grandi malinconie. Quelle che hanno segnato la vita e soprattutto l’infanzia di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri: questo il suo vero nome.
Più che un giullare un pagliaccio bianco. Uno di quelli che sa far ridere di gusto, ma con un filo d’amarezza. Uno di quegli uomini capaci di elevare un discorso da osteria senza annoiare i commensali. La componente favolistica e immaginifica lo rendono unico così come avviene in questa Poesia scelta dove una macchia diventa un universo di cose possibili. Va da sé che in abbinamento ai suoi versi ci sta bene un Epos Frascati Superiore Docg Poggio delle Volpi. La foto? Una taverna di Frascati in uno scatto impresso su pellicola tra il 1900 e il 1904. L’immagine è oggi custodita nel Museu d’Art Jaume Morera di Lleida in Spagna.