La classifica, tutta italiana, è stata stilata dal Wall Street Journal e parla di forza, leggerezza, contrasti ed esplosione di sapori. Ad ogni pizza, ed ogni carattere, il suo calice perfetto!

Siete tra quelli per cui “con la pizza solo birra” è quasi un comandamento? La fede si sa, può vacillare. E ci sono cliché che è ora di…sdoganare! In cucina e in cantina, ormai, la sperimentazione è d’obbligo fatte salve le certezze che ci accompagnano da millenni. E’ un gioco continuo di mescolanze e nuovi abbinamenti alla continua ricerca di nuovi gusti e nuovi calici da abbinare

Tra le certezze che difficilmente qualcuno riuscirà a scalfire è che la pizza, quella vera, è italiana! Sì, è vero, Paese che vai gusto che trovi. Ma quando si parla di pizza, e la parola non a caso non conosce traduzione, l’Italia può alzare fieramente la testa e dire: “questo l’ho fatto io”. Al di là delle possibili varianti che nel mondo l’hanno trasformata e rivisitata, una cosa, da sempre, ha sembrato accomuncarci: alla pizza si accompagna la birra. Beh non è così!

Così come il vino rosso è stato sdoganato da piacere invernale, così i calici si riscoprono perfetti per una cena a base dell’eccellenza di acqua e farina firmata Made in Italy. E il Wall Street Journal ha “osato” stilare una classifica dei vini perfetti per gustare una pizza. Ovviamente parliamo di vini italiani. Cinque quelli scelti dalla giornalista Lettie Teague che sul prestigioso quotidiano statunitense ha stilato la sua personale classifica. A proposito: la pizza si sa è buona ed accessibile. Anche il vino, di conseguenza, deve essere perfetto ed economicamente abbordabile!

 

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5 vini per 5 pizze: con la Napoletana la territorialità fatta di eccellenza, storia e leggenda

 

5 vini per 5 pizze lacryma christiIniziamo dalla classica pizza napoletana! E ovviamente, il vino scelto dalla Teague non poteva non venire dalla Campania. Per la precisione dall’Irpinia. Stiamo parlando del Lacryma Christi del Vesuvio Bianco 2016 Mastroberardino. Un vino decisamente leggendario che affonda le sue radici nella tradizione mitica del territorio. Secondo la leggenda, infatti, “Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo strappato da Lucifero durante la caduta verso gl’inferi, pianse. E laddove cadderlo le lacrime divine sorse la vite del Lachrima Christi“. Anche nelle terre dove da due secoli l’azienda continua a produrre questa eccellenza. Il vitigno in questione è, ovviamente, il Piedirosso.

Di leggende, in realtà, ce ne sono diverse, ma questa resta certamente la più suggestiva. Un vino che, storicamente, proprio i frati hanno continuato a produrre e che oggi grazie al coraggio di pochi ma sapienti viticoltori, quelli della famiglia Mastroberardino in primis, continua ad esistere proprio lì, nell’area vesuviana dove la famiglia ha la tenuta in cui continua a far maturare le sue uve. Un vino caldo, di grande struttura e morbidetta, dotato di tannini fini con note fruttate e speziate al palato. Un’esplosione di profumi e sapori così come la sua terra. Perfetto, insomma, con la classica pizza napoletana dove la semplicità del pomodoro si esalta con la forza prorompente del sapore delle alici.

 

 

 

5 pizzi per 5 vini: l’identità piemontese per chi, la pizza, la vuole come specchio della sua personalità

 

 

5 vini per 5 pizze nebbioloSe i vostri gusti sono dinamici e la vostra pizza deve avere un tocco più personale, magari con sapori decisi e contrastanti, allora il vino perfetto per la vostra pizza, secondo la Teague, arriva dal Piemonte. E da una zona ben precisa. Parliamo del Nebbiolo Langhe 2015 dei Produttori di Barbaresco. Un vino estremamente identitario. Basti pensare che il Nebbiolo fino alla fine dell’800 era usato esclusivamente per il Barolo. Fu nel 1894 che Domizio Cavazza, allora preside della Regia Scuola Enologica di Alba e residente a Barbaresca dove al vino si dedicava nel suo Castello, cresò le “Cantine Sociale di Barbaresco” per la “produzione di vini di lusso e da pasto”.

Fu lui, insomma, a dare un’identità propria al vitigno principe del Piemonte. Nel 1958 fu un parroco, Don Fiorino Marengo, a riunicire 19 produttori creando la cantina che conosciamo oggi perché ottenesse riconoscimenti e meriti. “50 famiglie e 100 ettari nel cuore della zona d’origine, un solo vitigno, il Nebbiolo, un solo vino, il Barbaresco: l’eccellenza della semplicità”. Questo il loro motto per un vino accattivante dagli aromi di frutti rossi che perfettamente si abbina con chi, la pizza, la sceglie con personalità.

 

 

 

 

5 vini per 5 pizze: la semplicità della riscoperta è la perfetta combinazione con la vera tradizione

 

5 vini per 5 pizze montefalco-rossoLa regina delle pizze, la margherita, ha il suo vino perfetto per il Wall Street Journal. Ed arriva da una delle cantine più rappresentative dell’eccellenza Made in Italy. Non poteva essere diversamente parlando di una sovrana. Perfetta, con lei, è infatti secondo la Teague il Sangiovese Montefalco 2014 di Arnaldo Caprai. L’azienda dell’uomo che ha riscoperto e riportato in auge il Sagrantino, si guadagna un posto in questa top 5 con, invece, un classico per lo più frutto di Sangiovese.

E la soddisfazione per tale riconoscimento l’ha espressa Marco Caprai: “Lettie Teague ha selezionato il nostro Montefalco rosso, blend di Sangiovese, Sagrantino e Merlot, tra i più adatti ad essere abbianti alla pizza, specialmente alla classica Margherita, proprio per la sua struttura, concentrazione e freschezza. E’ sempre bello – ha aggiunto – trovarsi la mattina a colazione ad aprire uno dei quotidiani più diffuso al mondo e vedere uno dei nostri vini simbolo, citato!”.

E visto che a tavola si abbina perfettamente con i formaggi noi crediamo proprio che lo proveremo con una quattro formaggi!

 

 

5 vini per 5 pizze: funghi e salsiccia? L’abbinamento è tutto nella forza della femminilità

 

5 vini per 5 pizze poggio-di-gaviSiete di quelli che la salsiccia e i funghi non possono mancare? Anche per voi c’è il vino perfetto. Il primo dei due bianchi entrati in classifica. Parliamo del Poggio di Gavi 2016. Torniamo, insomma, in Piemonte. Vino che, sostiene il Wall Street Journal, se gustato con una pizza tanto decisa sarebbe ancor più gustoso. E che non si dica che i gusti forti non sono femminili perché questa azienda che nasce nel cuore del territorio del Gavi, è da sempre femminile.

Sulla collina di Rovereto a Gavi, infatti, la tradizione si tramanda di madre e in figlia per la salvaguardia di quei caratteri di unicità e tipicità che contraddistinguono questo lembo di Piemonte. L’artigianalità è la parola d’ordine. E se nell’artigianale c’è un’idea di un qualcosa di rustico, inteso come qualcosa che appartiene alla storia e la manualità, allora l’abbinamento con quei cibi che tanto hanno a che fare con la tradizione contadina, è d’obbligo. Cosa ci può essere di più espressivo della forza al femminile di un vino fresco, ricco e rotondo che si produce con l’uva..:Cortese?

 

 

5 vini per 5 pizze: contrasti e personalità. E’ la Sicilia a colorare di perfezione la pizza al piatto

 

5 vini per 5 pizze etna-biancoE se esiste una terra dove i contrasti sono l’espressione della territorialità, quel luogo è la Sicilia. Eccolo quello che è forse l’abbinamento più strong della classifica del Wall Street Journal. Un vino bianco per una corposa pizza rossa: l’Etna Bianco Tenuta delle Terre Nere 2016. Un Etna bianco frutto dell’unione di diversi vitigni capaci di raccontare un territorio intero e sposarsi, dunque, anche con ciò che a primo acchitto sembra essere la cosa più lontana dalla sua essenza.

Un vino “eroico” per un abbinamento altrettanto valoro. D’altra parte questo Etna Bianco è stato di per sé un grande atto di coraggio. Con un felice finale. Per la prima volta, infatti, è stato prodotto nel 2005. Le uve biance, il Carricante, il Cataratto, Inzolia, Grecanico e Minnella, dovevano essere rimosse dalle vecchie vigne per far spazio al Nerello dell’Etna rosso. Il loro assemblaggio ha dato vita ad un vino identitario simbolo di una terra capace sempre di risorgere e mostrare il lato migliore di sè.

Un vino incredibilmente bevibile, carico di grazia che sa unire la leggerezza di un bianco alla prodondità di un grande vino. Insomma. E’ il vino di chi quando apre il menù…sa quel che vuole!