Bello l'editoriale di Carlo Pietrasanta apparso il 12 maggio su Teatro Naturale. Dalla 'modernità liquida' di Bauman al senso del vino e dell'enoturismo. Simboli del viscerale rapporto con la terra...per tutto il resto c'è il tetrabik!
A pochi giorni da Cantine Aperte che compie 25 anni è bella la riflessione apparsa nell’Editoriale “Pensieri e Parole” del 12 maggio di Teatro Naturale. Il Presidente del Movimento Turismo del Vino Carlo Pietrasanta in un’analisi poetica individua i cambiamenti di un mondo, quello del vino, che permea sempre più la quotidianità lasciandosi riconoscere per la sua qualità dettata, soprattutto, da ciò che lo crea: la terra.
Partendo dalla modernità liquida di Zygmunt Bauman quello di PietrasIanta è un viaggio fatto di simboli, racconti e significati viscerali…per tutto il resto, dice, c’è il “tetrabik”.
Cos’è, dunque, il vino? “La sinesi arcana del luogo e della sua vita, A cosa serve l’enoturismo se non a questo?”. Il racconto di un vino, insomma, è il racconto della sua terra. Dei luoghi, delle genti e dei significati che, da secoli, la coltivano tra la passione di un vignaiolo e l’eccellenza di un calice di vino. La poesia di Mario Soldati e l’acutezza di Gianni Brera sono le voci cui si affida per raccontare il vino con quella magia che, per sua natura, gli è dovuta.
Il nuovo senso del vino, per il resto c’è il tetrabrik
“Se saremo bravi nel costruire il senso, il vino diventerà di nuovo compagno costante della vita di molti: non per necessità, ma per scelta libera e consapevole; non come il tozzo di pane, ma come un buon libro, un bel film, una serata con gli amici e — perché no — qualche scambio di messaggi sui social. Ma — lo ripeto — solo se noi vignaioli, e certo con l’aiuto dei nostri amici sommelier, ristoratori, enotecari, giornalisti, comunicatori, e perché no anche agronomi, enologi, sapremo imparare, reimparare e raccontare a tutti il senso di quel che facciamo.
Quel senso che talvolta è avaro, talvolta è generoso, ma è sempre nostro: della nostra terra, delle nostre mani”.
Se parliamo di vino vale la pena perdere qualche minuto per leggere l’editoriale apparso su Teatro Naturale…