Il report Bio in cifre 2016 Sinab parla chiaro: l'aumento delle vigne coltivate biologicamente è stato di oltre il 15% in un anno. C'è chi sale e c'è chi scenda, ma la tendenza segue sostenibilità ed esigenze di mercato

Il trend non si arresta e in Italia è sempre più vino bio. A confermarlo sono i numeri delle superfici vitate che crescono in modo esponenziale. C’è chi scende è che chi sale, ma una cosa è certa: le superfici vitate biologicamente crescono. Lo confermano i dati del report “Bio in cifre 2016” del Sinab, il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica. Un trend che, in realtà, riguarda tutto il comparto. Sono infatti 1 milione 492 mila 579 gli ettari coltivati biologicamente con un incremento complessivo, rispetto al 2014 del 7,5%. Nel 2015, infatti, sono stati convertiti a biologico oltre 104 mila ettari. Non solo. Nell’export il bio italiano è incrementato del 16% rispetto al 2014 e del 408% rispetto al 2008. In questo scenario la crescita, anche nelle vigne, ha fatto decisamente bei numeri. 

 

Sempre più Vino Bio: il trend positivo è nella crescita complessiva

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Vedremo a breve chi sale, chi scende e chi mantiene un andamento costante nella conversione dei vigneti al biologico. Ma al di là dei singoli casi che offrono ampi margini di miglioramento, è nel complesso che il dato fa capire quanto questa tendenza sia tutt’altro che una moda. Lungo tutto lo Stivale i vigneti coltivati secondo metodi sostenibili sono 637.634. Di questi al Sinab ne sono iscritti 83.643: il 15,6% in più rispetto al 2014. In un anno, infatti, se ne sono aggiunti 11 mila 300 di ettari e le richieste di conversione, nel 2016, sono per altri 30 mila a loro volta 5 mila in più rispetto alle richieste avanzate nel 2015

 

Sempre più Vino Bio: il podio si divide tra Centro e Sud, ma le differenze sono su cali, aumenti e incidenza regionale

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Tre regioni, da sole, rappresentano il 65% del totale delle vigne coltivate biologicamente in Italia. Chi fa meglio di tutti? La Sicilia che con i suoi 32.297 resta non solo come quella che ha la maggior incidenza regionale rappresentando questi il 32% del totale, ma dimostra una costanza che le ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2015, il 19,2% di incremento in quanto a superfici vitate biologicamente.

A conferma di quanto affermato dalla Cia non molto tempo fa, la Toscana si prende il secondo gradino di questo immaginario podio. In tre anni, aveva detto la Confederazione italiana agricoltori, l’aumento di superfici vitate è stato del 38%. In un solo anno, sottolinea il rapporto Sinab, l’aumento è stato del 25%. Oggi, in Toscana, le superfici vitate biologicamente sono pari a 11.556 ettari. Dato che la conferma anche tra le regioni con la crescita maggiore e un impatto sopra il 20% su tutto il territorio. 

Torniamo al sud perché il bronzo se lo appende al coglio la Puglia. Qui la crescita rispetto al 2014 è stata del 5,8%. Numero che non la inserisce tra le regioni con il più grande impatto sul territorio, ma che dimostra una tendenza positiva. Le superfici vitate secondo metodi biologici qui rappresentano infatti il 12,6% del totale e sono pari a 10.866 ettari.

 

Sempre più Vino Bio: le regioni ‘migliori’ e le ‘peggiori’. C’è chi sale e c’è chi scende

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Le regioni che hanno spinto verso una crescita di conversione nel 2015

Meglio di tutti fa il Veneto. Attualmente le superfici bio sono pari a 4.003 ettari. Poco credete? Non proprio. Rispetto al 2014 l’incremento è stato del 47,3%. Il più alto in assoluto. Sentiamo di poter affermare che la scelta della sostenibilità derivi non solo da una presa di coscienza, ma anche dalle tendenze del mercato e con il Prosecco in così grande forma e gli States sempre più attenti al biologico ci sembra chiaro che il Veneto abbia saputo dare un’ottima risposta alle esigenze dei suoi consumatori. 

In questo caso il podio è tutto al Nord. Notevole anche il dato della Lombardia. I suoi attuali 2.664 ettari di vigna bio sono infatti il frutto di una crescita, tra il 2014 e il 2015, del 36,8%. Segue la Provincia Autonoma di Trento con il 26,2% in più di vigna bio rispetto al 2014 e i suoi attuali 671 ettari vitati secondo i criteri della sostenibilità. Come abbiamo detto prima la Toscana ha aumentato del 25% gli ettari biologici. Molto bene anche le Marche che con la crescita del 10% portano al 24% l’incidenza sul territorio. Qui le vigne bio sono pari a  4.120 ettari. Al pari della Sicilia, che è cresciuta del 19%, troviamo il Piemonte

Bene e male il Friuli Venezia Giulia che ha visto aumentare del 23,8% le superfici vitate biologicamente (707 gli ettari destinati a questo tipo di coltivazione). Una controtendenza importante se si considera che nel 2014 gli ettari bio erano calati del 19%. Proprio per quest altalena resta una delle regioni con più bassa incidenza sul territorio. Il numero, infatti, rappresenta solo il 2,6% del totale. 

 

Le regioni che hanno fatto peggio in conversione e in termini di impatto sul territorio

Veniamo alle prestazioni ‘peggiori’ in termini di conversione superfici vitate biologicamente. Calabria, Lazio, Umbria, Abruzzo e Valle d’Aosta aumentano in modo irrisorio i vigneti biologici. Tutte di non più del 3% sebbene vi siano delle specifiche da fare. Soprattutto per la Calabria. Questa, infatti, nonostante la frenata del 2015, resta la seconda regione, dopo la Sicilia, in termini di impatto a livello regionale. Le superfici vitate, infatti, rappresentano qui il 31% del totale. 

Nonostante in Basilicata le vigne biologiche abbiano un forte impatto sul territorio regionale (sono il 13%), sono tra quelle che, nel 2015, hanno visto il segno meno. Qui, in sostanza, non c’è stato alcun aumento, ma una riduzione. Con lei Emilia Romagna e Sardegna dove le superfici vitate sono rispettivamente di 2460 e 964 ettari.

La minor incidenza a livello regionale, invece, nonostante dati in crescita, sono come già visto il Friuli cui si affiancano  Campania e Liguria che impattano rispettivamente del 3,33% e dell’1,84%.

Insomma il bio piace e continua a crescere in tutti i comparti, vino incluso. La tendenza del “sempre più vino bio” sembra inarrestabile complice la richiesta del mercato. Il solco del futuro sembra tracciato.