Oltre 1.100 vini da degustare; più di 6.000 bottiglie stoccate e almeno 1.200 calici utilizzati per la XV edizione del Concorso

Città del Vino. Biologici, passiti, autoctoni, in argilla, kosher e spumanti. Il colpo d’occhio era impressionante. 1.100 vini e oltre 6.000 bottiglie stoccate con circa 1.200 calici utilizzati per degustarli. E’ stata un’edizione di grandi numeri e di grande qualità quella de La Selezione del Sindaco organizzata da Città del Vino e Recevin svoltasi all’Aquila dal 26 al 28 maggio.

 

Città del Vino Paolo Benvenuti

 

Protagonisti, come sempre, i piccoli produttori e le loro eccellenze. A degustarle gli oltre 80 commissari provenienti da tutto il mondo e arrivati a L’Aquila sotto l’egida dell’Oiv, chiamati a giudicare i vini in gara. La tre giorni aquilana è stata l’occasione per puntare di nuovo i riflettori sul territorio ancora alle prese con la difficile ricostruzione post terremoto, ma anche quella di scoprire la qualità delle piccole aziende. Non solo. Un’opportunità anche per i giovanissimi studenti dell’Istituto Alberghiero Leonardo da Vinci. Sono stati loro infatti ad occuparsi dell’aspetto enogastronomico dell’evento.

Una importante vetrina che non ha deluso. E che ancora una volta ha dimostrato come pubblico e privato possano trovare le giuste chiavi di collaborazione per promuovere un prodotto, il vino, motore trainante dell’economia nazionale. Al concorso partecipano infatti le piccole partite di vino di qualità prodotte da Città del Vino. Quelle dei produttori che ogni anno ne imbottigliano un massimo di 50mila. Quelle delle aziende legate agli oltre 550 enti locali facenti parte della Città del Vino. Autoctoni, passiti,  vini maturati in argilla e le produzioni di qualità delle cantine sociali i protagonisti. 

Una bella collaborazione che in 15 anni è cresciuta e si è affermata e che continua a guardare avanti. Lo ha sottolineato il direttore di Città del Vino Paolo Benvenuti che ha fatto sapere di aver “appena impostato un protocollo d’intesa con l’Associazione Città del Bio per rilanciare la sezione del concorso BioDivino. Il concorso dedicato ai vini biologici”. Mossa che non poteva essere più azzeccata all’indomani del boom del settore. Non solo. Quest’anno la collaborazione si è ampliata. L’evento si è infatti svolto in concomitanza con Cantine Aperte 2016 grazie alla collaborazione  con il Movimento Turismo del Vino.

Un passo importante verso quel “fare rete” che, ad oggi, è rimasta più una chimera che una realtà. Una necessità e che invece potrebbe dare il suo contributo a veicolare quell’idea di brand del vino italiano che, non avendo trovato una strada unidirezionale, non è riuscita fino ad oggi ad affermarsi. Ovvie le conseguenze inun mercato dove la competitività passa ormai per i canali più disparati. Quelli della “socialità” del web in primis!