Vino-volumi. L’Euipo lo ha decretato: le vendite di vino, quello europeo, sono scese drasticamente. Causa principale: la contraffazione. In Italia la perdita è stata di 83 milioni. Ma almeno un dato positivo c’è e viene da I Numeri del Vino: la quota di mercato del Bel Paese è aumentata del 17%

Che il 2015 era stato un anno record per la produzione del nostro vino lo si sapeva. Ora si iniziano a fare i conti. Un anno record determinato da due fattori: l’aumento dei volumi e il rafforzamento del dollaro americano che ha gonfiato i prezzi non solo nei paesi dove quella è la moneta, ma anche sulle esportazioni dei paesi europei nel mondo. 

Vino-volumi - botti

 

Vino-volumi: i numeri complessivi dell’aumento.

Rispetto al 2014, infatti, il valore della produzione, a livello globale, è cresciuto del 13%. Totale: 77 miliardi di euro. Aumento: 8 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Se è vero che proprio per il fattore dollaro sono stati gli Usa a far registrare i numeri maggiori, l’Italia si è difesa benissimo grazie proprio alla massiccia produzione e il prezzo dell’export. 

 

Vino-volumi: i numeri dell’export.

Export che, nonostante il pessimo aprile, continua a fare bene. Merito, ovviamente, del prosecco. Nei volumi le bollicine hanno fatto segnare infatti nel primo semestre dell’anno un +12% pari a 124 milioni di bottiglie. Un volume tradottosi in un export pari a 500 milioni di euro. 

In termini di crescita di volumi la Francia resta in testa. In dieci anni, e cioè dal 2005 al 2015, ha infatti incrementato il valore delle sue produzioni di circa 2 miliardi e 400 mila euro l’anno. Ciò vuol dire aver prodotto 47.5 milioni di ettolitri con un  prezzo medio di export di 582 euro. Totale: 28 miliardi di euro. Non sembrano “numeroni” quelli italiani, ma i suoi 13,2 miliardi registrati in questi dieci anni rappresentano il valore più alto mai raggiunto. 

Certo siamo ancora ben lontani dai numeri registrati nei paesi americani. La ragione l’abbiamo spiegata: è questione di dollari. L’incremento, lì, è stato del 27%. Gli Usa, in sostanza, esportano a 332 euro a ettolitro, ben più di noi, l’Argentina con un 30% in più e il Cile addirittura mettendo davanti all’ettolitro una cifra del 40% superiore. 

 

Vino-volumi: ecco chi scende in picchiata

Ma non tutti possono cantar vittoria e crogiolarsi negli allori. Gli Spagnoli, primi anche nella classifica del calo vendite con 90 milioni di euro persi, guidano anche la classifica in negativo dei volumi. La scarsa vendemmia e l’export stabile ad un prezzo irrisorio ha determinato una perdita del 7%. In Europa stesso destino tocca alla Germania. Espatriando a scendere pesantemente in volumi è la produzione del Sud Africa (-10%)

 

Vino-volumi: l’Italia pronta a puntare su nuovi mercati.

Noi però possiamo sorridere. Il valore creato in dieci anni è stato sostanzialmente per noi, i cugini francesi e gli americani di circa 2 miliardi e mezzo. Queste le quote di ripartizione: 600 milioni l’anno alla Francia, 500 milioni a noi e gli Stati Uniti e i restanti 800 a tutti gli altri messi insieme. Una medaglia d’argento che possiamo portare con un certo orgoglio. Coscienti però che molto c’è ancora da fare. E soprattutto che le possibilità, per il vino italiano, sono ancora tutte da esplorare.

Ancor di più dopo la Brexit. Secondo Rababank, infatti, potremmo essere noi a decidere di andar via. Lo riporta il Corriere Vinicolo dell’Uiv. “Con l’abbandono del mercato comunitario di libero scambio  i produttori europei potrebbero spostare il loro fucus”. Portarlo, insomma, dall’Uk verso altre destinazioni. Quali? Cina e Stati Uniti. Questi i nuovi mercati su cui punteremo secondo Rababank.

E se lo dice il fornitore di servizi finanziari nonché banca cooperativa particolarmente attiva nel settore alimentare, potrebbe esserci del vero. 

 

Crediti fotografici: Robert McIntosh Flickr – CC.