Il ministro Martina presenta la bozza: ora il "sì" del Parlamento

Vino, Testo Unico. Diceva Nietzsche che ci vuole il caos perché si generi una stella. Quel caos nel mondo dell’enologia però va avanti da troppo tempo. Soprattutto considerando i grandi numeri che, in termini di produzione, export e consumo, fanno da sempre registrare.

 

Vino, Testo unico


Che quella stella, fatta di sburocratizzazione, snellimento dei processi amministrativi e delle pratiche di controllo, stia finalmente per trovare spazio nella sua costellazione? Le premesse sono buone. Sono contenute nella bozza del “Testo unico della vite e del vino”. Bozza che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha presentato al Vinitaly.


Starà ora al Parlamento dare il sì definitivo al primo tentativo di unificare tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo. Un sì che offrirebbe una soluzione al caos creato da provvedimenti e disposizioni comunitarie, nazionali e regionali. Regolamenti che continuano a frenare un comparto che i numeri li ha già, ma fa fatica ad affermarsi nei mercati esteri. E la ragione è proprio in quegli  interminabili iter burocratici capaci di stordire ben più, e con esisti decisamente poco piacevoli, di una sbronza presa in cantina.


Semplificazione di controlli e certificazioni sviluppati attraverso un sistema di informatizzazione. Questa la chiave di volta per mettere in comunicazione pubblico e privato. Un modo per snellire il passaggio delle pratiche e rendere più efficiente il controllo sulla sicurezza alimentare che si munirà di due soli, e si spera efficaci, strumenti: il “Piano annuale dei controlli” e il “Registro unico dei controlli”.


Un successo più che delle istituzioni  degli operatori del settore vitivinicolo. Sono stati loro, compatti, a chiedere ed ottenere uno strumento unico e ben definito. Obiettivo? dare unidirezionalità a tutto il processo di filiera: alla coltivazione in vigna alla produzione del vino, passando per imbottigliamento e commercializzazione. Passaggi che per le imprese significano un numero indefinito di obblighi da adempiere. Obblighi che, stando a Coldiretti, si traducono in 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti. Giornate di lavoro richieste? Cento per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore.


Un primo passo quello compiuto con il Testo Unico sulla “Disciplina organica della coltivazione e della produzione della vite e della produzione e del commercio del vino” verso l’apertura di un dialogo tra istituzioni e imprese. Un dialogo che dovrà ora passare per il Parlamento. Poi, nel minor tempo possibile, nella concretizzazione di azioni. Infine all’affermazione definitiva del settore trainante del Made in Italy.

 

Normative di riferimento: legge 82/2006; decreto legislativo 61/2010; decreto legislativo 260/2000