L'ambizioso progetto a pochi chilometri da Treviso. L'imprenditore Malenotti "richiama" Dante Ferretti ed è pronto a realizzare nell'ex fornace Bertoli la Venice Wine Town: un progetto di "sensorialità" dalla territorialità..."diffusa"!

Vi ricordate? Qualche tempo fa vi abbiamo detto come la nuova parola chiave del vino fosse la “sensorialità“. Alcuni luoghi si recuperano, altri si creano (come accade nel “Cubo” australiano). Quel che è certo è che i sensi percepiscono le cose anche già solo quando si aggirano nell’aria. I profumi per esempio. Quello che uscirà dall’ex fornace Bertoli di Lughignano sarà, ovviamente, al gusto di…vino! E i sensi, a dire il vero anche i fatti, di questo progetto ne parlavano già da tempo. Qualcuno diceva che già questa estate i lavori sarebbero partiti. Ma la verità è che un progetto tanto ambizioso ha richiesto i suoi tempi, ma se la presentazione ufficiale è prossima (fissata al 29 ottobre), allora sembra proprio che i tempi, un po’ come l’uva, siano maturi per la realizzazione della “Venice Wine Town”.

Un progetto possibile grazie ad un imprenditore prestato al vin, Franco Malenotti, già patron del marchio Belstaff che ora vuole trasformare il sito di archeologia industriale alle porte di Treviso in una Wine Town dove non solo la sensorialità sarà protagonista, ma, in un certo senso, l’interattività. Quella che la legherà ad altre realtà che stanno pian piano trasformando il modo di vivere il mondo del vino. Le ultime novità le abbiamo trovate su La Tribuna di Treviso. Oggi ve le raccontiamo.

 

La Wine Town dell’ex fornaca: un progetto ambizioso all’insegna della sensoralità, il marketing e il turismo “slow”

 

wine town fornace

Ph: il comignolo tipico della vecchie fornaci

 

Ci sono luoghi che conservano intatto il loro fascino ma che il tempo e l’incuria relegano a ricordi che, negli anni, si diradano sempre più riducendosi, alla fine ad un “mi pare un tempo fosse…”. Tra questi c’è l’ex fornace Bertoli. Per lungo tempo le fornaci, in lungo e in largo per il Paese, sono rimaste accese inserendosi come veri e propri poli industriali nelle comunità locali. I loro lunghi camini hanno smesso di funzionare e questi luoghi, dalle architetture a dire il vero spesso invidiabili, sono stati lasciati all’abbandono. E’ successo anche a Lughignano, nel territorio comunale di Casale sul Silo. E’ qui, infatti, che un tempo si accendevano i lunghi comignoli di quella che conosciamo come l’ex fornace Bertoli.

A metterci gli occhi sopra è stato l’imprenditore Franco Melenotti che a Castagneto Carducci ha già costruito la sua prima Wine Town. Quale? Quella di Bolgheri. Uno dei nuovi templi dell’enosensorialità. Un progetto ambiziosissimo che ha riportato a nuova vita la cinquecentesca fattoria “Casone Ugolino” un tempo proprietà, ci ricorda La Tribuna di Treviso, della famiglia “Della Gherardesca”. Qui, come accadrà a Casale sul Sile, l’imprenditore ha deciso di puntare sul vino in un’ottica “Slow” pensando alla rivalorizzazione dei luoghi attravarso ospitalità, degustazione, marketing territoriale e cultura.

 

La Wine Town dell’ex fornace, un tassello di storia ed eleganza “connesso” con la sensoralità di tutto il mondo

 

Citè du vin bordeaux

Ph: La Cité du vin di Bordeaux

 

Per sapere come sarà la Wine Town di Melenotti si dovrà attendere il 29 ottobre quando il progetto sarà presentato. Quel che si sa, ad oggi, è che la realizzazione di un progetto tanto ambizioso sarà possibile grazie ad una cordata di imprenditori privati e che richiederà un investimento tra i 10 e i 12 milioni di euro per un’area complessiva di riconversione e ristrutturazione di 6.600 metri quadrati.

L’altra certezza è il filo conduttore che legherà questo luogo proprio al museo realizzato a Bolgheri. E’ stato infatti anche in questo caso lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti ad occuparsi della realizzazione della struttura museale che sarà ospitata nella cittadella. Idealmente, dunque, alla base dell’idea di Melenotti c’è da una parte la volontà di creare un volano per il territorio (perfetto ancor di più ora che Venezia si sta lasciando riscoprire in un’ottica enologica 4.0), dall’altra quella di creare un legame non semplicemente ideale con altre realtà legate a questo nuovo modo di vivere il vino. Un modo fatto di sensoralità ed esperenzialità.

“La Venice Wine Town – leggiamo su La Tribuna di Treviso – sarà in rete con altre realtà simili. Non solo Bolgheri, ma anche Bordeaux in Francia, Porto in Portogallo, California, Messico, Sud Africa e Cina. Si candida a rappresentare, a livello internazionale, un polo del turismo enogastronomico e ‘slow’ sfruttando anche la pista ciclabile che arriva fino al mare”.

D’altra parte la Fornace è all’interno del Parco del Silo, a solil 7 chilometri da Treviso e circondata da alcune delle più belle ville venete. Non solo. Per arrivare a Venezia ci vuole pochissimo: dai 30 minuti in macchina all’oretta se si opta per la navigazione.

Insomma, l’Italia del vino si scopre e soprattutto si riscopre. Riscopre i suoi luoghi e un modo di viversi che non è solo un calice da degustare, ma, ancor prima, da raccontare!