Sul sole24ore si parla di donne, vino e imprese con un focus su Donatella Cinelli Colombini. La strada è stata difficile, ma oggi le donne del vino sono una realtà solida che fa qualità, numeri e tendenze. Il 26,5% delle aziende, oggi, è "in rosa"

Bello l’articolo pubblicato sul Sole24Ore che omaggia, con dei lunghi excursus sulle vicende delle protagoniste, “le donne, il vino e le imprese”. Farsi strada non è stato semplice e se nelle aziende la loro presenza, anche ai vertici, è ormai consolidata, le difficoltà non sono state poche e molte, ancora oggi, ne incontrano le donne che vogliono farsi strada nel mondo del vino in veste, ad esempio, di sommelier.

Ma una donna si sa, ha delle qualità che spesso un uomo non ha. Ognuno, d’altra parte, ha le sue. La tenacia è certamente un carattere estremamente femminile, soprattutto quando deve muoversi di pari passo con l’ostilità di un mondo che fa di tutto per tenerti alla larga. Per anni, quello del vino lo ha fatto. Oggi, sebbene ci siano ancora delle resistenze, le cose sono molto diverse. Ma perché ciò avvenisse ci sono volute delle vere e proprie pioniere.

Paolo Bricco ce le racconta queste donne del vino che hanno aperto la strada al riconoscimento della professionalità del gentil sesso. Lo ricorda bene, proprio nell’incipit dell’articolo, la presidente dell’Associazione “Le Donne del Vino” Donatella Cinelli Colombini. “Avevo appena iniziato con la mia azienda fra Montalcino e Trequanda, in Val d’Orcia. Era il ’90. Telefonai alla scuola di enologia di Siena. Dissi che avevo bisogno di un enotecnico. Mi risposero: “Signora, i diplomati vanno prenotati anni prima. Non abbiamo nessuno da mandarle”. Non sapevo come fare. Dopo qualche ora mi venne un pensiero e richiamai: “ma una diplomata, una ragazza, non l’avete?”. E loro mi lasciarono di sale: “una ragazza? Di quelle ne abbiamo finché desidera non le vuole nessuno”….

Vi proponiamo qualche estratto di un articolo che vale leggere dall’inizio alla fine!

 

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Le donne, il vino e le imprese

 

“(…)Il primo nome delle “ragazze che nessuno vuole” è quello di Barbara Magnani, che è ancora qui come capocantiniera. «Il mondo delle vigne esiste da ottomila anni. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento compare in più punti. Ma è abitato soltanto da uomini», ricorda Donatella, che è presidente dell’Associazione Nazionale Donne del Vino. «Il Natale del 1999, il primo anno di lavoro pieno, feci una riunione per gli auguri con il mio piccolo gruppo di collaboratori. C’erano quattro operai agricoli. E, qui, è naturale che chi sta in vigna ambisca a passare in cantina. Io dissi loro: “Scordatevi la cantina. In cantina, voglio solo donne”. E loro, andandosene, commentarono: “Si vedrà come fa”»”.

“(…)Nel caos italiano, l’irrazionalità della disparità di genere viene gradualmente ricomposta dal lavoro quotidiano delle donne. Quest’anno Cribis-Crif ha analizzato le imprese italiane del vino: è a guida femminile il 26,5% delle 73.700 aziende. Entrando nel dettaglio delle specifiche attività, lo sono il 28% delle imprese agricole con vigneti o cantina, il 24,8% delle imprese commerciali al dettaglio, il 12,5% di quelle operanti nel commercio all’ingrosso, il 12,3% delle cantine industriali (…):

“(…) Donatella Cinelli Colombini ha, per prima, provato a cambiare lo spartito della musica: «Le aziende dirette da uomini sembrano orchestre sinfoniche. Quelle dirette da donne assomigliano alle orchestre jazz. Il suono, mi creda, è molto differente»“.

 

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