Frescobaldi e Leone De Castris lanciano le nuove creazioni. Ma è con Le Donne del Vino che il vino 'rosato, ma non rosa' vuol fare cultura. Appuntamento a Villa Fiorentino (Sorrento) dal 12 al 14 maggio

L’hashtag ne ha definito lo stile, ma è nei consumi che il trend continua a crescere. L’Italia non è tra i primi Paesi, ma il potenziale è evidente e nell’export, come dimostrano quelli che ne producono di più, i numeri sono decisamente interessanti. Parliamo del vino rosè. Quello che al Vinitaly Frescobaldi ha presentato in una nuova bottiglia, Alìe, e quello che, il 12 e il 14 maggio, sarà protagonista del Festival Rosè organizzato da Le Donne del Vino. Nel mezzo la presentazione del nuovo Primitivo Rosato di un’azienda che, di questo vino, è simbolo: Leone De Castris. Il 21 aprile, infatti, a Vernole (Le), l’azienda presenterà la nuova bottiglia nel corso di una “cena con il produttore” al ristorante Don Fausto.

Rosato sì, ma “non rosa”, come ha spiegato la presidente dell’associazione Donatella Cinelli Colmbini. I numeri, d’altra parte, lo confermano come dimostrato dalla ricerca fatta per Frescobaldi da Wine MonitorIn attesa dell’appuntamento con il Roséxpo leccese 2017, le Donne del Vino ci invitano a scoprire oltre 100 etichette (e non solo) in una cornice magnifica: Sorrento!

 

Vini rosati: vittime di disinformazione e sottocultura. Il rosato non è un non-vino.

 

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In fondo è proprio così che è andata. Un po’ per colpa degli addetti ai lavori, un po’ per colpa (forse soprattutto) dei consumatori, i vini rosati hanno vissuto per decenni il destino di Oliver Twist. Nella famiglia dei vini ci sono, ma in fondo non li si è mai considerati proprio tali. Il loro finale, però, se lo stanno riscrivendo e per farlo, come farebbe un cantastorie, il loro valore va raccontato. Nel caso specifico degustato.

Ci sono alcuni cliché sul vino rosato che vanno rimossi se se ne vuole capire il valore. Prima di tutto non lo hanno inventato i francesi. Certezza assoluta non ce n’è, ma a quanto pare è proprio nella regione dove non si è mai smesso di produrne, la Puglia, che questo tipo di vinificazione ha origine. Anzi, a dirla tutta, come ricorda in un articolo datato 2010 Antonio Tomacelli su Intravino, eravamo noi a venderlo ai francesi. La prima testimonianza, riferisce, è del 1890. All’epoca il Conte Pavoncelli di Cerignoli vendeva un rosè ottenuto da uve di Troia. 

Secondo grande equivoco: il vino rosato non è frutto di un mix di bianco e rosso. La miscelazione è vietata per legge in tutti i Paesi vinicoli del mondo. Gli unici cui è concesso sono gli spumanti. I rosati sono vini con un’identità specifica. Non ladruncoli di bassa lega che prendono un po’ qua e un po’ là. E’ il produttore che dichiara l’intento: vinificare in rosa con tecniche specifiche.

 

 

Vini rosati: “rosato, ma non rosa”. E’ il momento di cambiare visione 

 

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E’ con questo intento che nasce il Festival Rosé de Le Donne del Vino. Sorrento Rosè dal 12 al 14 maggio animerà Villa Fiorentino. 10mila metri quadrati tra villa e giardino tutti da godere sotto lo splendido sole di primavera. La location perfetta per degustar le oltre 100 etichette che l’Associazione porterà all’evento dall’Italia e dall’estero. 

Il vino rosato, ha ben detto Donatella Cinelli Colombini, non è un vino rosa. Nel senso che non è un vino che bevono soltanto le donne. Stando alla ricerca Wine Monitor di Nomisma risulta infatti che la produzione mondiale è di 23,6 milioni di ettolitri. L’Italia è il secondo esportatore al mondo in volume con il 16%. La gran parte della produzione, però, è in Francia (31%) e in Spagna (20%). L’Italia è quarta e i consumi, in casa, sono solo del 4%. Cioè vuol dire che si beve rosato solo 5 volte su 100. 

“Il nostro impegno – ha detto ancora la presidente de Le Donne del Vino – è promuovere la cultura del vino rosato attraverso una manifestazione che mira a raccontare i rosè in tutte le loro sfumature. Terroir, vitigni, tecniche produttive e aspetti sensoriali”. Una visione che si completa con il confronto tra i produttori nazionali”.

 

Vini rosati: a Sorrento tre giorni “divini” con vino, pizza e sostenibilità

 

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A far scoprire il gusto vero dei vini rosati dentro Villa Fiorentino saranno i Sommelier Ais Campania. Per l’occasione tutti gli allestimenti saranno all’insegna della sostenibilità grazie a Rete per il packaging sostenibile 100% Campania. Ecosostenibilità che fa il paio con le nuove tendenze della viticoltura sempre più attenta al rispetto dell’ambiente. Se per gli addetti ai lavori il fulcro delle attività sarà nella tavola rotonda “Pizza e vino rosato” in programma al Grand Hotel Europa Palace il 13 maggio alle 10, per i winelovers l’appuntamento è in Villa.

Si inaugura in grande stile. Tre location per tre appuntamenti tutti fissati per le 20 del 12 maggio. A Villa Fiorentino ci sarà proprio Antonino Esposito che proporrà diverse tipologie di pizza da abbinare a vini rosati. A Napoli e Vico Equense due ristoratrici nonché Donne del Vino, organizzeranno una vera e propria cena sul tema. Parliamo di Lorella Di Porzio del Ristorante Umberto di Napoli e Franca Di Mauro alla guida de Il Cellaio di Don Gennaro a Vico Equense.

Ci sarà Lidia Bastianich a Villa Fiorentino sabato 13 maggio alle 18. A lei l’onore di tagliare il nastro di inaugurazione con gli stand pronti ad alzare virtualmente le saracinesche ed iniziare a versare vino rosato nei calici. Fatti i saluti ufficiali l’Ais Campania darà inizio alle degustazioni con l’Area Food a cura dello chef pizzaiolo Antonino Esposito. All’interno della Villa una mostra fotografica a tema, musica e presentazione di libri. In città, nel frattempo, ci sarà il press tour con un’escursione in caicco con lo chef Giuseppe Aversa titolare de Il Buco, stella Michelin di Sorrento.

Il 14 maggio gli stand in Villa riapriranno alle 18 e si andrà avanti fino alle 23.30 tra un sorso e una scoperta. 

 

Vini rosati: mentre noi li scopriamo, all’estero già li amano. Ed è tutto merito del cocktail di tendenza

 

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Quarti in produzione e ancora poco avvezzi al consumo. In Italia il trend cambia, ma molto lentamente e le iniziative, come quella de Le Donne del Vino, non possono che far bene alla riabilitazione dei vini rosati che meritano di veder riconosciuta la loro identità. All’estero, però, l’hanno già affermata. Il Sudafrica è una terra dove il rosé è di casa, gli Usa continuano a fare numeri da capogiro, ma la vera sorpresa è arrivata dalla Gran Bretagna. Secondo un’indagine Co-op, riporta La Repubblica, il più grande supermercato inglese di prodotti equo-solidali, il rosato ha addirittura battuto le vendite del Prosecco.

Mark & Spencer dichiarano di aver avuto un incremento del 100%. Waitorse del 104%. Il merito? A quanto pare del “rosé frosé”: il cocktai fresco a base di rosato. Ghiaccio, vino rosato, succo di limone e un po’ di zucchero! Et voilà. Sarà questo il cocktail dell’estate anche sulle nostre spiagge?