WineNews pubblica un'analisi che attraversa lo Stivale. Il Nord, grazie ai tanti investimenti "extra-vino" vola. Territori specifici che, però, fanno la differenza. Ad attirare le operazioni di "merger & acquisition" sono il "brand" e la domanda.

Tutti vogliono fare i vignaioli, tanto è vero che ci sono più richieste che ettari vitabili. Ma per farlo ci vuole il capitale. Il mondo enologico è in continua evoluzione ed ormai, al di là degli aspetti poetici che legano il “fare vino” alla vita bucolica e contadina, il settore wine è un vero e proprio business in continua trasformazione e, di conseguenza, in continua crescita. WineNews ha pubblicato un’interessante analisi sul valore dei vigneti italiani. O meglio su quelli storici, quelli cioè, che si rendono maggiormente appetibili sui mercati. Eccezioni, in un certo senso, ma anche espressioni di quello che è l’asset verso cui si muove questo mondo ricco di sfumature.

Un mondo che, ormai, non attrae più soltanto gli addetti ai lavori, ma capitali di qualunque società abbia disponibilità finanziarie tali da entrarne a far parte in senso forse più speculativo, come sottolinea l’articolo, che d’impresa.

Ma quanto vale, quindi, un ettaro di vigneto? Dipende da una molteplicità di fattori, ma di certo, i più determinanti, sono i finanziamenti e le zone: quelle dove la domanda del prodotto finale è più forte. Ecco perché l’analisi prende in considerazione sono i vigneti storici. E i numeri sono decisamente da capogiro.

 

Vigneti storici: quelli della Toscana piacciono tutti, ma su tutti a valere di più è lì dove cresce il Brunello

 

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Ph: panorama vitivinicolo toscano

 

Abbiamo detto quanto contino, ormai, investimenti d’impresa, capitali da immbolizzare e fondi di investimento. Soprattutto quanto ormai, questi, arrivino dai più disparati settori con un incremento fin qui mai visto del cosiddetto “merger & acquisition”. Partiamo dunque dalla Toscana perché qui il binomio investimento/domanda trovano la perfetta (o quasi) armonia. Sono infatti di questi giorni i dati Coldiretti regionali che affermano che una bottiglia su 5, di quelle esportate, arriva proprio da qui. Tenendo presente che l’analisi presentata da WineNews riguarda le realtà più importanti del territorio, fa un certo effetto scoprire che, in termini di rivalutazione, un ettaro di vigneto a Brunello di Montalcino è salito del 2.500%.

Questo vuol dire, in euro, che un solo ettaro di vigneto nella zona del Brunello ha un valore che varia tra i 450 mila e i 550 mila euro. Segue quindi Bolgheri, tra l’altro nella top 25 di Wine Lister a riprova di quanto il vino del territorio sia ricercato, per cui avere un ettaro di vigna significa sborsare tra i 350 mila e i 450 mila euro. Quella del Chianti Classico è una delle zone vitivinicole più note a livello mondiale e il costo di un ettaro di vigneto lo conferma: il range va dai 130 mila ai 200 mila euro, mentre nella zona del Nobile di Montepulciano la spesa si aggira tra i 140 mila e i 160 mila euro.

Alti anche i valori dei vigneti negli altri territori della regione. In Maremma, infatti, un ettaro di vigneto a Morellino di Scansano costa intorno ai 100 milla euro. Stesso valore del Chianti Ruffina, con il resto del Chianti che per ogni ettaro ha un valore di 80mila euro. Ma cnhe il banco più importante della regione, la Vernaccia di San Gimignano, ha il suo prezzo stimato tra i 70mila e i 90mila euro.

 

Vigneti storici: in Piemonte Barolo superstar. Il suo valore può arrivare a 2 milioni di euro ed è il traino di tutta la regione

 

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Ph: panorama vitivinicolo nelle Langhe

 

Proseguendo si noterà come il nord sia la parte d’Italia dove l’analisi fa registrare i numeri più importanti. Passiamo quindi al Piemonte dove, tanto per fare un esempio, un ettaro di Barolo, escludendo i cru più pregiati, un ettaro di vigneto ha visto risalire il suo valore del 700% arrivando a costare addirittura tra il milioni e e il milione e mezzo di euro toccando, proprio per i cru prestigiosi, persino i 2 milioni.

Solo al comando potremmo dire. Sebbene la sua forte impronta riesca a portarsi dietro tutto (o quasi) il patrimonio regionale. Nonostante abbia un mercato molto più ridotto, infatti, un ettaro di Barbaresco ha un valore tra i 400 mila e i 500 mila euro. La Barbera fa la sua parte con un valore per ettaro compreso tra i 70 mila e i 100 mila euro, ma di certo a colpire è il Nizza che che raggiunge quasi il Barbera d’Asti quotato sui 120 mila euro ad ettaro.

La dimostrazione di come la persevernza l’ha vinta. Era infatti il 2000 quando il Comitato Nazionale Vini Doc ha approvato l’istituzione della “Sottozona Nizza” del Barbera d’Asti. Dei 48 produttori iniziali ora ne sono circa una 60ina e l’anno scorso hanno immesso nel mercato circa 800mila bottiglie. Tiene testa anche il Moscato d’Asti che per ettaro ha un valore di circa 80-90mila euro.

 

Vigneti storici: il boom Prosecco è anche ad ettaro, ma in generale l’andamento è altamente quotato

 

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Ph: panorama vitivinicolo nella zona di Valdobbiadene

 

Passiamo quindi al Veneto dove la nuova grande Doc del Pinot Grigio, almeno in termini di valore, fa la sua parte. Il must resta il grande rosso del territorio, l’Amarone che ha visto incrementare il valore dei suoi vigneti del 1.400% con un prezzo, ad ettaro, compreso tra i 450 mila e i 600 mila ettari nella Valpolicella Classica e intorno ai 400 mila nel resto del territorio dove i suoi vigneti maturano.

Il boom del Prosecco nei consumi non poteva di certo restare indifferente alle quotazioni. Ecco che allora per un ettaro di Glera nel territorio delle bollicine ci vogliono 250mila euro, lo stesso valore del Pinot Grigio ora proprio sotto l’egida della nuova Doc delle Venezie. Nella zona che ne determina però di più il riconoscimento, e cioè sotto l’egida della Docg Conegliano Valdobbiadene, un ettaro a Prosecco vale tra i 400 mila e i 600 mila euro. Se poi guardiamo al suo cru, l Cartizze, le cifre volano: un ettaro è valutato tra il milione e mezzo e i due milioni di euro.

Anche i vigneti del Lugana, però, ci sono con i loro 250 mila euro per ettaro. Il Soave non raggiunge certe vette, ma fa bene, con ogni ettaro valutato tra i 120 mila e i 180mila euro.

 

Vigneti storici: il Nord ha “più valore”, ma il centro-sud fa bene con tanto potenziale ancora inespresso

 

vigneti storici - panorama vitivinicolo montefalco

Ph: panorama vitivinicolo di Montefalco. Foto di Leonardo Angelini – Flickr (uso e modifiche consentite

Restiamo ancora per un attimo al Nord con Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. In Alto Adige, infatti, un ettaro di vigneto può costare tra i 400 mila e il milione di euro. In realtà, però, al di là del valore, qui di operazioni finanziarie se ne fanno meno. Di più se ne fanno certamente nella zona del TrentoDoc dove un ettaro di vigneto è valutato intorno ai 350 mila euro. E che le bollicine siano in quota lo dimostra anche la Franciacorta dove le quotazioni ad ettaro vanno dai 170 mila ai 300 mila euro.

In Friuli a fare la differenza è il Collio che è valutato, per ettaro vitato, tra i 100 mila e i 200 mila euro, ma che  in determinate zone può fiorare anche i 250 mila euro.

Più si scende lungo lo Stivale più i valori scendono. Compito del centro-sud, in sostanza, è cercare di creare maggiore attrattiva di capitali. Tuttavia le cose non vanno male. L’Umbria, infatti, resta in quota con il Montefalco Sagrantino (100 mila euro ad ettaro), mentre le Marche possono contare su Verdicchio di Jesi e Verdicchio di Matelica entrambi valutati in una forbice compresa tra i 70 mila e gli 80 mila euro, cifra, la prima, valida anche per un vigneto nel Conero. Nell’analisi di WineNews chiude la Sicilia dell‘Etna Doc che è sì ancora “indietro” rispetto a molti altri vitigni del nord, ma che con i suoi 80-120mila euro per ettaro dimostra quanto questa denominazione stia sempre più conquistando non solo chi il vino lo beve, ma anche chi ha voglia di investirci.

 

Vigneti storici: il “merger & acquisition” è la chiave di volta. Ma al di là dei big per un ettaro di vigna la spesa ha il suo peso

 

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Sono tanti i fattori che determinano il valore di un vigneto. E questi sono quelli maggiormente rappresentativi. Se è vero che da una parte c’è una crescita esponenziale, è altrettanto vero che ci sono zone dove di investimenti non se ne fanno e tutto resta fermo. Certo è che lì dove il “merger & acquisition” prende quota, volano anche i valori degli ettari di vigneto. Si tratta di operazioni di fusione e acquisizioni di società. Veri e propri processi i crescita esterna attraverso cui un’impresa ottiene le capacità e le risorse necessarie per implementare una determinata strategia, acquisendo un’altra impresa già avviata.

Al di là dei valori stellari di determinate zone a particolare vocazione vitivinicola dove la differenza la fa la storia e dunque il brand (dell’azienda, ma anche del territorio), quanto costerebbe comprare un ettaro di vigneto? WineNews risponde anche a questo soddisfacendo la curiostià di tutti quelli che si svegliano con l’intenzione di cambiar vita e mettersi a fare vino. “Le spese necessarie alla realizzazione di un vigneto – scrive il magazine – comprendono, in generale, 7 centri di costo principali: preparazione del terreno, varietà del vitigno, densità e sesto, tipologia d’impianto, eventuale sistema d’irrigazione, realizzazione finale”. In sintesi, si spiega, per un terreno “nudo” ci vogliono 20mila euro. A questi si aggiungono i 7 centri di costo. Totale? tra i 50mila e i 90mila euro!“.