Storia, cultura, aneddoti e viticoltura! La città veneta e La Laguna regalano un nouvo punto di vista ai turisti per essere scoperte. L'iniziativa è del Consorzio dei Vini Veneti! Venzia, così, non l'avete mai vista!

Aneddoti storici, ricette, eventi e la bellezza delle vigne che si affacciano sulla Laguna. Venezia, così, non l’avete mai vista. L’enoturismo entra tra le calle veneziane grazie alla tecnologia che regalerà ai milioni di visitatori un nuovo modo per vivere una delle città più belle del mondo. Quella che, scriveva Guy de Maupassant, “guardiamo con i nostri sogni”. Una città senza tempo che conquista e fa innamorare. Un labirinto lagunare fatto di bellezze che meritano di essere scoperte. Non esiste solo la Venezia da cartolina, ma anche quella degli scorci e delle sorprese che non ti aspetti. Un carnevale continuo di bellezza e malinconia, dove l’incanto dei luoghi si sposa con la difficoltà di viverli e la capacità dell’uomo di armonizzarli.

Venezia, ora, si lascia scoprire attraverso il vino in un progetto che catapulta questo luogo senza tempo in una realtà 4.0 a misura di enoturista. Tre itinerari per guardare la città a la Laguna da un’ottica diversa, portando i turisti a conoscere aspetti di lei, ai più, oggi sconosciuti. Una strategia di marketing che sposa la cultura e…la scienza enologica!

 

venezia 4.0 panorama

 

Venezia 4.0: la cultura della viticoltura veneziana passa per l’eccellenza dell’autoctonicità

 

L’idea nasce per promuovere la Doc Venezia e quelle antiche denominazioni del territorio che ne fanno parte. “Un’opportunità di mercato maggiore  avendo un nome molto potente – ha affermato il presidente del Consorzio Vini Venezia Giorgio Piazzadal punto di vista evocativo, che è quello di Venezia, per i vitigni commerciali, i vitigni autoctoni rimasti dentro alle due Doc storiche ei n più le due Docg che portano al vertice della piramide qualitativa del nostro territorio con la valorizzazione del nome Lison classico il Tocai e con il nome Melanotte del piave la vinificazione più pregiata del vino Raboso. La nostra Doc – ha aggiunto – è partita in sordina, ma in poco più di sei anni è arrivata ad essere la quinta Doc del Veneto, con oltre 330mila quintali d’uva”.

La valorizzazione e soprattutto la diffusione culturale di tanto valore non può prescindere dal turismo. O meglio dall’enoturismo. Ecco che allora il Consorzio ha messo su un progetto che si avvale del digitale per farsi conoscere. La proposta? Non è una sola, ma ne sono tre. Tre percorsi enoturistici che hanno il vino come fil rouge.

 

Venezia 4.0: arte, mercanti e misteri d’Oriente. La città si lascia vivere in tutte le sue sfaccettature

 

Venezia terra di approdi, scambi commerciali e culturali. Il vino, in questo senso, ha certamente rappresentato un tassello importante per un porto tanto fondamentale. Scoprire una Venezia diversa con gli occhi di un winelovers è dunque ora possibile con i tre percorsi proposti. Shakespearianamente si potrebbe optare per “Le vie del vin e de altre merci preziose”, attravrsando la città ripercorrendo le vie degli antichi mercanti e mercati, in un itinerario che fa rivivere le vie del commercio e delle merci preziose dell’epoca, spizzicando qua e là vini e cicchetti.

Se sono gli incontri culturali a destare la ovstra attenzione allora potreste immesimarvi nel Wine Tour “Culture e tratte d’Oriente” per ricoprire i traffici di merci e quanto questi abbiano influenzato l’idetità della città. Infine per gli edonisti meglio optare per “De arti, de vin e altre meraviglie”, un percorso artisitco tra le meraviglie del passato e della modernità.

“E’ un progetto partito nel 2010 – ha sottolineato Carlo Favero, direttore del Consorzio Vini Venezia – . Abbiamo esplorato, mappato e controllato tutte le viti che erano presenti a Venezia, nella città lagunare.

 

Venezia 4.0: vigneti in Laguna? Ci sono e per chi sceglierà la vacanza enosuristica quelli sperimentali apriranno le loro porte

 

Da una parte la bellezza e la storia, dall’altra la storia della viticoltura e la sua modernità dunque. Sì perché i tour prevedono anche una visita nei due vigneti sperimentali messi in piedi dal Consorzio insieme al professor Attilio Scienza: quello nel brolo del Convento dei Carmelitani Scalzi e l’altro nell’isola di Torcello. E’ qui che si stanno recuperando le varietà vitivinicole del territorio per i quali è nata una vera e propria “banca genetica” lagunare. Un progetto di “archeeologia vitivinicola” che la città vuole far consocer ai 23 milioni di turisti che ogni anno si immergono nella sua unicità.

E se si è fortunati chissà…si capieterà proprio mentre i primi due vini delle vigne “archeologiche” si stanno imottigliando…