Un unico documento per sburocratizzare la filiera. Tante le novità contenute nei 90 articoli. Qualcosa manca ancora. Ma il Testo è storico. Ora la parola passa al Senato

Qualcuno voleva ulteriori modifiche; qualcun altro che alcuni temi fossero trattati in modo più specifico; qualcun altro ancora che gli articoli fossero meno, ma su una cosa tutti sono d’accordo: il Testo Unico del Vino è il primo passo verso una sburocratizzazione e una regolamentazione del settore che la filiera enologica aspettava da troppo tempo.

L’approvazione alla Camera si sperava arrivasse prima della vendemmia 2016. Nonostante il ritardo di certo non si può  parlare di tempi biblici. E così, in pieno periodo vendemmiale, il sì definitivo è arrivato. Ora, agli 89 articoli degli 8 titoli che per la prima volta raccolgono in un solo documento, per la precisione un disegno di legge, tutti i regolamenti, le disposizioni, le leggi e i decreti nazionali ed europei che riguardano il mondo del vino. Toccando, tra l’altro, anche tematiche che, fino ad ora, non erano state mai interessate da procedimenti legislativi. 

 

Testo Unico del Vino: “vini eroici” e Made in Italy. E’ una questione di tutela del patrimonio.

Testo Unico del Vino - Viticoltura eroica

Con l’approvazione definitiva diverse sono state le migliorie e le aggiunte nella bozza che il ministro Maurizio Martina aveva presentato al Vinitaly. Una, in particolare, rallegra i produttori dei cosiddetti “vini eroici”. Quelli cioè frutto di uve coltivate in condizioni climatiche particolarmente difficili, quelle che hanno un particolare valore paesaggistico e, soprattutto, quelle coltivate in zone a forte rischio di dissesto idrogeologico. Una salvaguardia, la loro, necessaria, come è stato dimostrato dagli accadimenti degli ultimi giorni. In Puglia, infatti, proprio il dissesto idrogeologico, ha messo in crisi quella vendemmia che ci si attendeva eccezionale. 

C’è poi quella “Tutela del Made in Italy” introdotta nel Testo con il Capo III all’articolo 68 sulla Tutela delle produzioni e trasparenza delle informazioni. Un articolo in due commi. Vi si stabilisce che l’Agenzia delle Dogane dovrà rendere disponibili online tutte le informazioni relative alle importazioni dei prodotti vitivinicoli specificando le tipologie di prodotto, le imprese e le quantità. Dati che saranno disponibili al pubblico sul Sian così che i consumatori abbiano sempre una corretta informazione anche riguardo nome e indirizzo corrispondente ad ogni codice dell’Ispettorato centrale della tutela. 

 

Testo Unico del Vino: la novità è nella disciplina dell’enoturismo.

Testo Unico del Vino - enoturismo

Mancava. Anche nella bozza e che invece, per un Paese che punta a fare dell’enoturismo un punto di forza per la sua economia, era più che necessario. Nel Testo sono quindi state stabilite tutte le pratiche riguardanti l’accoglienza e l’ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. E a tal proposito vale la pena ricordare quanto previsto dal Testo in merito alla Disciplina delle “Strade del Vino”. Per queste, infatti, al Capo V sulle “disposizioni comuni” è stato introdotto l’articolo 86 bis.

Vi si stabilisce sostanzialmente che se oltre al vino le aziende vitivinicole appartenenti alla Strada in questione, hanno intenzione di somministrare cibi di loro produzione possono farlo. A due condizioni. Che sia fatta previa comunicazione al Comune con certificato di inizio attività (SCIA) e che, questa, resti comunque un’attività secondaria. Insomma non possiamo di certo trasformare un’azienda vitivinicola in un resort o un agriturismo.  

Testo Unico del Vino: meno burocrazia, controlli più intensi, ma un sistema sanzionatorio meno soffocante.

Testo Unico del Vino - nas

Dei controlli abbiamo ampiamente parlato. E su quelli, con l’introduzione dei registri dematerializzati in cantina, tra approvazioni e critiche la sperimentazione è già in atto e, se tutto andrà bene, a inizio anno dovranno essere ormai una realtà per tutti. Uno dei passaggi chiave questo vista la pesante burocrazia che investe il settore. Tra le principali innovazioni ci sono le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all’Ufficio territoriale del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici.

Controlli più severi sì, dunque, ma anche più tolleranza sulle sanzioni. Non perché non siano previste. Lo sono e spesso sono anche economicamente estremamente impegnative. L’idea, però, è quella di cercare di venire incontro ai produttori in caso di “errore”. Ecco perché si è deciso di tendere verso una soluzione preventiva delle irregolarità. Una soluzione che si basa sul “ravvedimento operoso”.  Un ravvedimento possibile in caso di violazioni riguardanti comunicazioni formali e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell’organismo di controllo. In questo caso, a chi dovesse sbagliare, sarà commutata una pena sanzionatorio inferiore a quella normalmente prevista. Diverso quando si parla di contraffazione. In questo caso, le sanzioni, possono essere davvero pesanti. Soprattutto quando si parla di etichettatura. 

Un esempio? “Chiunque utilizza su più recipienti il medesimo codice di identificazione è soggetto alla pena della reclusione da uno a cinque anni. A pagare una multa da duecento a duemila euro e ad una sanzione amministrativa pecuniaria da trentamila a centomila euro”. 

 

Testo Unico del Vino: in etichetta la denominazione di qualità.

Testo Unico del Vino - etichette

Altra novità che piacerà a molti produttori. Per i vini DOP e IGP si potrà apporre in etichetta la denominazione di qualità purché autorizzati dal Mipaaf d’intesa con la regione competente. Nel testo  si ribaidsce quindi che solo le denominazioni di origine possono prevedere l’indicazione di sottozone, oltre alla coesitenza di più DOCG e/o DOC o IGT nell’ambito del medesimo territorio. Un passaggio questo su cui forse qualcuno avrà un po’ da ridire. Per la paura che ci si faccia prendere la mano finendo per creare troppe denominazioni. Cosa che, come testimoniano le ultime maxidoc, mettono in allarme soprattutto i piccoli produttori. 

Il “no” all’abuso delle Doc era infatti arrivato sin dall’inizio dalla Coldiretti. Coldiretti che, però, ha condiviso ampiamente la nascita del Testo. E’ stata infatti lei tra le protagoniste della sua “venuta al mondo”. Con un obiettivo preciso: semplificare la vita dei produttori schiacciati da controlli, carte e modulistiche che portano via più tempo di quanto ne passano normalmente in vigna.

 

Testo Unico del Vino: il registro nazionale delle varietà di viti e la tutela del patrimonio. 

Testo Unico del Vino - uva

Altro passaggio fondamentale riguarda la possibilità di impiantare, reimpiantare o innestare viti. Sarà possibile, infatti, soltanto per le varietà di uva iscrite al Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee. Fanno eccezione le viti utilizzate per scopo di ricerca e quelle di conservazine del patrimonio genetico atutoctono.

Il Mipaaf ha anche introdotto uno schedario viticolo contente informazioni aggiornate sul potenziale produttivo nel quale dovrà essere iscritta ogni unità vitata idonea alla produzione da vino. Definito anche il periodo vendemmiale e le condizioni entro le quali è possibile effettuare fermentazione o rifermentazione. 

 

Testo Unico del Vino: quello che ancora non c’è.

Testo Unico del vino - vigneto

A quanto pare per i Wine Teller dovremmo aspettare. Nel Testo Unico non sembra esserci traccia delle nuove figure professionali che si intende formare nelle scuole. Ma il progetto esiste e si può pensare che, se non nel Testo, in qualche modo anche questa novità arriverà. Delusi anche coloro che chiedevano di mettere nero su bianco l’obbligo di eliminare i pesticidi dalle vigne. Ma anche su questo, ne siamo certi, passi avanti se ne faranno. Prova ne è la decisione di Slow Wine che ha deciso di non dare chiocciole a chi diserba nelle sue vigne. Un esempio a riprova della grande diffusione del bio nelle vigne italiane.

 

Testo Unico del Vino: la soddisfazione di Martina, Moncalvo e Rallo Rallo.

Ministro Martina

Il ministro Maurizio Martina,  il presidente di Coldiretti e quello dell’UIv (Unione Italiana Vini) esprimono grande soddisfazione per l’approvazione di un Testo nato dal dialogo e l’unione d’intenti. “Con questo provvedimento – ha affermato Martina rendiamo il vino italiano sempre più forte e all’avanguardia in Europa. Il Testo è frutto di un lavoro parlamentare approfondito e condiviso che dà alla filiera nuovi strumenti operativi. Avere in una sola norma di 90 articoli tutte le disposizioni, unificando, aggiornando e razionalizzando le leggi esistenti, rappresenta un traguardo storico”.

“Questo testo – gli fa eco Roberto Moncalvo presidente Coldiretti è il risultato di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy”

“Il settoreconclude il presidente Uiv Antonio Rallochiedeva da tempo una rivisitazione complessiva delle norme con l’obiettivo di eliminare sovrapposizioni e conflitti legislativi. Semplificare gli adempimenti burocratici a carico delle aziende assicurando comunque tracciabilità e controlli efficaci. Rivedere il sistema sanzionatorio al fine di renderlo più equo anche attraverso l’introduzione, per la prima volta in agricoltura, di due importanti istituti: la diffida e il ravvedimento operoso. Il Testo Unico risponde adeguatamente a queste attese”.


“Ora, il testo approderà al Senato. Il nostro auspicio – aggiunge – è che venga approvato nella sua interezza senza ulteriori interventi. Abbiamo lavorato di comune accordo le forze politiche, le parti sociali e il ministero. Il documento è completo e totalmente condiviso”.

Troppo presto forse per esultare. Probabilmente, nel tempo, quello che non va emergerà. Ma la buona notizia è che il Testo c’è e che da qui in poi sarà solo questione di miglioramenti. 

 

Crediti fotografici: seconda foto dall’alto Contiempo Bodega – Flickr CC