Antonio Tremacere, 49 anni, ha superato l'esame professionale grazie alla moglie e agli amici dell'Ais. Il percorso è stato lo stesso di tutti. L'esame visivo? "L'olfatto è la vista dell'anima e delle emozioni"

“L’olfatto è la vista dell’anima e delle emozioni”. Si affida dell’enologo che ‘inventò il Sassicaia, Giacomo Tachis, per descrivere la sua emozione. Quella di Antonio Tramacere, 49enne di San Pietro in Lama (Lecce), è una storia fatta di passione, tenacia, ma anche divertimento e voglia di mettersi in gioco per dimostrare che i limiti sono soltanto nella nostra mente. E’ lui il primo sommelier AIS non vedente d’Italia. Un esempio per tutti coloro che vorrebbero, ma non osano. Le difficoltà? Ce ne sono state certamente, ma a fare la differenza sono sempre i sentimenti. In questo caso quelli di coloro che, in questo percorso, lo hanno sostenuto e accompagnato.

Perché un buon vino si sa, lo si apprezza meglio se degustato con le persone giuste!

 

sommelier Ais non vedente foto

Da sinistra: Celeste Palmieri, Amedeo Pasquino, Manuela Cornelii, Mauro Carosso, Antonio Tramacere, Rosaria Tramacere, Giuseppe Baldassarre, Roberto Giannone (foto per gentile concessione di Antonio Tramacere)

 

Il primo sommelier Ais non vedente: un gioco che è diventato prima un sogno, poi una sfida e, infine, una realtà

 

Antonio Tramacere ha superato l’esame di qualificazione facendo esattamente tutto ciò che fanno gli altri aspiranti sommelier saltando soltanto la prova visiva che, per lui, si è tradotta nella capacità olfattiva intesa nelle parole di Tachis. Parole che sono “la mia stella polare”. Una storia che nasce dalla passione e dagli amici che, ha raccontato, lo hanno spinto ad intraprendere questo percorso.

“E’ nato tutto per gioco – ha infatti raccontato Tramacere -. Mia moglie ed io siamo sempre andati per cantine. Poi, parlando con gli amici dell’Ais Lecce, sono stato convinto ad iniziare il corso. Il primo livello è stato facile, perché mi ha fatto tra l’altro conoscere un gruppo di persone fantastiche e ha cambiato il mio modo di considerare il vino”. Anche il secondo livello è stato affrontato da Tramacere con tranquillità, mentre il terzo è stato quello più difficoltoso. “Ho dovuto affrontare una serie di difficoltà tecniche”, che il neo sommelier non avrebbe di certo potuto superare se non con l’aiuto delle persone vicine. La moglie in particolare.

E’ stata lei, infatti, a prendere appunti durante le lezioni e a trascrivere quello che dettava durante la prova d’esame. Il resto lo ha fatto la possibilità di utilizzare la sintesi vocale di un pc.

 

Il primo sommelier Ais non vedente: un obiettivo raggiunto che deve aprire la mente ancor prima degli occhi

 

Sono stati i sommelier dell’Ais ad incitarlo ed è stata l’associazione a sostenerlo anche nei momenti di difficoltà. Grazie a Mauro Carosso e Giuseppe Baldassarre, rispettivamente presidente e componente della Commissione Didattica Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, sono state superate le difficoltà tecniche legate all’esame. Ma il supporto maggiore, a Tramacere, è arrivato dalla delegazione Ais Lecce e dal suo presidente Amedeo Pasquino e dalla sommelier della delegazione Abruzzo Manuela Cornelii.

E’ lei quella che, nella storia del salentino, vede il primo passo verso un progetto più ampio. A quanto pare, lo racconta proprio Tramacere, la Cornelii sta lavorando perché i corsi siano organizzati così da poter permettere la partecipazione alle persone non vedenti. Se per Tremacere le parole di Tachis sono una stella polare, siamo certi che lui lo sarà per tutti i non vedenti che vogliono trasformare la loro passione per il vino in professionalità. Se per lui l’olfatto è la vista dell’anima, per gli altri dovrebbe essere la testa la prima ad essere in grado di vedere che gli unici limiti sono i suoi.

Complimenti!