I dati fanno impressione. In alcune regioni si richiedono più ettari di quelli a disposizione. "Peggio" del 2016. La mancanza di selezione crea il caos e ora la responsabilità passa alle Regioni.

Se qualcuno pensava che il dato del 2015 era stato “eccezionale” dovrà ricredersi: sognarsi vignaioli è un desiderio di tanti…di troppi in realtà! A nulla sono servite le modifiche apportate al decreto ministeriale a gennaio. A disposizione per le nuove assegnazioni c’erano 6.500 ettari di vigneto. Di richieste ne sono arrivate 165.000. Se si pensa che nel 2015 la richiesta, sempre altissima, era stata di 66.000 qualche domanda sarebbe il caso di porsela.

Certo è che stando ai dati pubblicati dal Ministero tutti, ma proprio tutti, sognano di fare vino. 

 

Sognarsi vignaioli: boom di richieste e troppa poca regolamentazione

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Non solo il numero di richieste è impressionante, ma se si pensa che ci sono regioni dove la richiesta ha superato la disponibilità ci si rende conto che se da una parte ci sono sogni, esigenze, passione e perché no anche la voglia di cambiare vita per qualcuno, dall’altra c’è un’omissione legislativa che fa acqua (non vino!) da tutte le parti.

Sotto questo punto di vista i dati più incredibili arrivano da due regioni dalla grande vocazione vitivinicola, con una sulla cresta dell’onda per le sue bollicine, il Veneto, che ha tra l’altro da poco stretto un’alleanza con l’altra, il Friuli Venezia Giulia, per ampliare il già grande successo del Pinot Grigio: la grande Doc delle Venezie.

In entrambi i casi si trovano richieste di impianti non solo superiori al plafond disponibile, ma al vigneto in produzione in essere. In Friuli sono arrivate 1.500 richieste per nuovi impianti per un totale di 29.000 ettari. Peccato che a disposizione ve ne fossero 24.000! Il Veneto ha registrato 7.200 domande sommano 91.000 ettari di vigna, 4.000 in più della superficie a vite del 2016.

Come è successo? Perché non è mai stato previsto un limite. O meglio una selezione all’ingresso delle domande. Una scrematura capace di dare più spazio alle colture poste in zone di qualità. La guerra inizia adesso. Saranno infatti le amministrazioni regionali a decretare i criteri di priorità e i limiti massimi a domanda. Staremo a vedere. Nel frattempo vediamo come sono andate le cose lungo tutto lo Stivale. 

 

Richieste di autorizzazione impianti 2017

 

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Ph: fonte Corriere Vinicolo