Un passo importante verso il riconoscimento normativo di un settore che, ogni anno, registra un indotto di 3 miliardi di euro. Soddisfatti i protagonisti della filiera, ma tutti attendono che l'emendamento diventi legge per far decollare definitivamente un settore che è un traino economico ormai imprescindibile

Non è ancora legge, ma il fatto che sia stato approvato almeno l’emendamento significa che, se non ci saranno colpi di scena, l’iter è ormai definitivamente avviato. Quello che è a tutti gli effetti uno dei settori in crescita nel mondo, in Italia trova terreno fertile. Il nostro, d’altra parte, è uno dei Paesi “storici” se parliamo di viticoltura. La bellezza dei luoghi, la qualità dei vini e l’impegno che negli ultimi anni le aziende hanno fatto per ampliare la loro offerta e renderla fruibile ai visitatori, sta segnando il passo sebbene con picchi di eccellenza e problematiche che andrebbero affrontate e risolte.

Dalle grandi alle piccole cantine, tutti (o quasi) sembrano aver compreso l’importanza di un settore che muove, ogni anno, milioni di persone nel mondo e milioni ne porta in Italia. La mancanza di una legislazione, però, ha costituito e costituisce ancora un freno al grande potenziale del nostro Paese. La Francia il gap lo ha colmato da tempo e l’ottima intesa pubblico privato già più di un anno fa faceva registare cifre astronomiche. L’Italia, finalmente, si è svegliata. La prima battaglia il senatore Dario Stefàno l’ha vinta: l’emendamento enoturismo è realtà.

 

Enoturismo: la Commissione Bilancio premia la determinazione del senatore Stèfano e le esigenze di associazioni, aziende e enoappassionati

 

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Gran parte delle disposizione proposte nel ddl Stefàno sono dunque state accolte dalla Commissione Bilancio del Senato. Per la prima volta l’enoturismo, in Italia, viene in quadrato in una conrnice normativa propria e nuova. Dato, dunque, il via libera alle attivtà realizzate nei luoghi di produzione. Si potranno dunque organizzare degustazioni, eventi didattici, iniziative ricreative, visite in cantina e altro in un ambito legislativo riconosciuto. Farlo è semplicisissimo. Basterà presentare infatti la Scia (la segnalazione certificata di inizio attività) al Comune di appartenenza. Altro elemento centrale per cui si chiedeva di inquadrare l’enoturismo era, ovviamente, quello fiscale.

Le norme cui saranno soggette dunque le cantine che decideranno di esserne soggetti, saranno per le attività le disposizioni fiscali previste dalla legge fiscale sull’agriturismo. Per il regime forfettario dell’imposta sul valore aggiunto sarà applicato solo per i produttori agricoli che svolgono la propria attività nell’ambito di un’azienda agricola.

La soddisfazione dei soggetti protagonisti

“Siamo ad un passo dal riconsocimento normativo dell’attività enoturistica, un momento storico per il nostro Paese. L’emendamento inserito in finanziaria recepisce i punti principali del ddl Stefàno e definisce il quadro fiscale e legislativo entro cui, finalmente, anche in Italia si potrà essere operatorori enoturistici a ttuti gli effetti”. Tutta la soddisfazione nelle parole del segretario generale dell’Uiv (Unione Italiana Vini) Paolo Castelletti sull’emendamento. “Adesso – ha aggiunto – è necessario un ultimo sforzo per l’approvazione alla Camera. Ma poi, in seguito, vogliamo e dobbiamo continuare a lavorare per vedere approvato integralmente il disegno di legge sul turismo del vino che contiene altri elementi importanti per lo sviluppo di queste attività”.

Soddisfatto anche il presidente del Movimento Turismo del Vino Carlo Pietrasanta. Un’associazione che, in materia, nel nostro Paese fa la differenza. “Ora confidiamo nel buon senso delle Aule in sede di approvazzione della Legge di Bilancio per portare a termine entro natal eun iter legislativo considerato di straordinaria importanza, non solo per il settore, ma anche per i fruitori dell’enoturismo”. Settore che, tra l’altro, porta un indotto di circa 3 miliardi di euro l’anno.

Anche il presidente di Città del Vino si unisce all’entusiasmo. “Il settore – ha infatti affermato Floriano Zambon ha bisogno di questa legge perché i territori del vino possano esprimere al meglio tutte le loro potenzialità turistiche e di accoglienza. Ringrazio Stefàno per il suo impegno e rinnovo la condivisione di questi comuni obiettivi con il Movimento Turismo del Vino”.