Nel giorno della loro festa un piccolo pensiero fatto di ricordi d'infanzia e sensazioni che conoscono il tempo dell'attesa. Sì, i nonni sono proprio come un ottimo calice di vino!

Ci viziano, ci coccolano e ci insegnano. Tutto nei tempi dell’attesa. I nonni, in fondo, sono come un buon vino. Ognuno di loro, a dir la verità, è come un grappolo d’uva. Conosce il tempo dell’attesa, la forza di affrontare le avversità, il gusto della vita e il piacere della conoscenza. Oggi, festa dei nonni li vogliamo omaggiare così: raccontandoli come fossero un vino. Dal gusto forte, i profumi intensi che già dal sughero del suo tappo sembrano raccontare una storia che, del tempo, conosce i segreti e al naso prima e alla bocca poi, regalano fragranze capaci di mutare col mutare del tempo.

Chi non è più un bambino ha almeno un ricordo che parla di casa…di vino di casa e di nonni. A loro la letteratura ha dedicato poesie, il cinema, le canzoni (noi ne abbiamo scelta e ne pubblichiamo una), i cartoni animati e i fumetti tanti indimenticabili personaggi. Imparare ad ascolarli, avere la fortuna di viverli, vuol dire insomma imparare a conoscere l’essenza delle piccole cose. Proprio come un acino d’uva che affronta il caldo, il freddo e il vento coccolato da chi sa che, la sua essenza, è essa stessa casa. Perché il vino è, per tradizione, un simbolo di familiarità.

 

I nonni sono come un buon vino. Bisogna goderne fino all’ultimo sorso…

 

Francesco Guccini: “Il vecchio e il bambino”

Non sappiamo quali sono i ricordi d’infanzia che vi legano ai nonni. A noi viene in mente quello del pranzo della domenica quando, bambini, entravamo nella cucina strapiena di profumi. Il ragù sul fuoco, la tavola per ammassare la pasta, un mattarello e la nonna. Per le bambine un grembiulino e un pezzetto d’impasto per farle sentire importanti e partecipi di quel momento. Farle preparare un piccolo raviolo, o uno gnocchetto che sia riconoscibile tra i tanti frutto di una mano esperta. Così che, una volta a tavola, al nonno si possa dire: quello l’ho fatto io.

E poi lui, il nonno, che una bottiglia di vino, in tavola, non la fa mancare mai. Quello che mentre lo osservi aspettando che ti dica che il tuo raviolo è il più buono di tutto il piatto ti fa bagnare per la prima volta le labbra dal suo bicchiere. Storci il muso per quel sapore forte, ma quasi sempre hai voglia di provare di nuovo. Il primo sorso che, come il primo bacio, non si scorsa mai.

Sì, i nonni sono come il buon vino. Ci viziano, ci coccolano e ci insegnano. Con la forza di un vino importante e la dolcezza di un retrogusto fatto di vita e attesa. Anche i nonni conoscono il loro tempo terreno. Ecco perché, come ogni buon calice, vanno goduti fino all’ultimo sorso. Senza fretta, ma con la voglia di scoprirne ogni giorno una nuova essenza.