Dopo 40 anni la Doc è realtà. Corsa contro il tempo per ottenere l'etichettatura provvisoria con la vendemmia 2016

Doc Friuli. Avete mai letto Orgoglio e Pregiudizio? Per quasi 403 pagine aspettiamo, speriamo e soffriamo perché Elizabeth Bennett e Mr. Darcy si dichiarino finalmente amore. Una sofferenza che, ad un certo punto, temiamo resterà tale anche dopo l’ultima pagina. Ma come in tutte le belle storie il finale ci emoziona. Beh è più o meno quello che è accaduto con la Doc Friuli. Perché nascesse non ci sono volute 403 pagine di documenti, ma 40 anni di attesa e 1.073 firme.

Doc Friuli

Come in ogni romanzo dove amore e avventura si rincorrono sarebbe troppo bello pensare di poter mettere subito il punto finale. Ora inizia l’epilogo. E l’epilogo, per la Doc Friuli, è una vera e propria corsa contro il tempo. Eh sì perché quello a cui si punta è riuscire a renderla tale (nel senso di etichettatura) in contemporanea con la vendemmia 2016. Qui passiamo un po’ ad una sorta di Giochi Senza Frontiere, o se preferite restare in tema letterario ad una sorta di Recherce du temps perdu molto proustiana. Ma mai mettere limiti alla provvidenza. Soprattutto quando a tener battaglia sono coloro che, il nettare friulano che inebria molti dei nostri aperitivi si preparano alla vendemmia: viticoltori e vinificatori.

Sono loro i firmatari del documento del Consorzio delle Doc Fvg di cui si parlava già dagli anni ’70. Il provvedimento ministeriale di conclusione è stato assunto il 12 luglio e subito inviato alla Commissione Ue per ottenere il placet. “E’ una grande soddisfazione – ha detto l’assessore alle Risorse agricole del Friuli Venezia Gulia Cristiano Shaurli -. Voglio condividerla con la parte tecnica della Regione e l’intera filiera. Anche con chi aveva dubbi e perplessità. Sono loro gli artefici del grande lavoro fatto. Per una volta si è riusciti a fare sintesi. Si è riusciti a mediare le proprie posizioni per puntare ad un obiettivo più alto e condiviso che si attendeva da quarant’anni“.

Per la serie: meglio tardi che mai e la speranza è l’ultima a morire. E il plauso è sacrosanto. Finalmente una Doc unica che identifica un intero territorio. Un vero e proprio brand del made in Italy. E il Friuli, questa Doc, se la meritava. E’ vero che quelli ufficiali (Uiv) risalgono quasi esclusivamente al 2014. Ma a ben guardarli si capisce quanto questa regione abbia i numeri per fare molto di più di quanto fatto fino ad ora.

Nel 2014, anno non meraviglioso per il vino italiano, è stata una delle poche eccezioni. Ha registrato infatti una crescita di produzione del 27% rispetto solo all’anno precedente. D’altra parte i bianchi friulani rappresentano, da soli, il 5% dell’intera produzione italiana. Nello stesso anno il Friuli si è classificata prima, con Val D’Aosta ed Emilia Romagna, in termini di massima penetrazione del consumo di vino e con l’export ha fatto il boom.

Il dato era già all’epoca di un più 20%. Valore: 91 milioni di euro. Indovinate un po’ qual è stato il traino? Proprio le Doc: quelle che ora si muoveranno sotto un unico vessillo

Doc Friuli

“Sono convinto – ha detto ancora Shaurli – che questa coesione sia la miglior garanzia. Lo è anche per utilizzare al meglio questa nuova opportunità che non azzera peculiarità ed identità che, per scelta aziendale e territoriale, possono essere mantenute. L’unica Doc dà però ai nostri produttori il modo di identificare pienamente il loro vino con il territorio. Esigenza fondamentale ancor più in un mercato internazionale”.

“Ora – rassicura – la Regione sta lavorando alacremente per ottenere dal Ministero delle Politiche Agricole l’autorizzazione alla etichettatura provvisoria. Il fine è consentire l’utilizzo della Doc Friuli o Doc Friuli Venezia Giulia dalla vendemmia 2016. La richiesta formale è già partita – ha concluso -. Siamo convinti che, lavorando con l’impegno di questi mesi, i tempi saranno sufficienti per garantire anche quest’ultimo importante risultato al nostro comparti vitivinicolo”.

Insomma mettiamo un Collio in fresco. Se tutto va bene i quarant’anni d’attesa si concluderanno con un sprint degno di un Marco Cipollini…d’annata!

 

Crediti fotografici: foto copertina Erin Johnson Flickr CC. Foto in basso Guy Freeman Flickr CC.