L'indice Knight Frank Luxury Investment Index fa la fotografia ai ricchi del mondo: in un anno il vino ha fatto registrare un +25%, le auto solo il 2%. Tra i preferiti i classici francesi, ma anche i vini del Nord Italia. E' la Cina ad aver fatto la differenza

Non siamo solo noi comuni mortali ad essere disposti a spendere di più per una buona bottiglia di vino. Chi problemi economici non ne, cioè i ricchi, ne diventano sempre più avidi collezionisti e le quotazioni…salgono! L’ultima anlisi è arrivata dall’indice di investimento londinese Knight Frank Luxyry Investment Index che segue la vendita dei prezzi delle principali categorie di oggetti da collezione. Sopresa: il vino piace più delle automobili. E l’Italia c’è. Almeno quella del Nord. Sono i suoi vini e ancor più quelli di Bordeaux e Borgogna ad aver invertito una tendenza che sembrava incontrovertibile.

 

Collezionisti: si preferisce riempire di “classe” la cantina piuttosto che di potenza il garage

 

collezionisti wine-collection

 

Nell’ultimo anno il collezionismo del vino ha visto salire il suo valore del 25% a fronte della auto che hanno messo a segno un misero +2%. E’ vero che nel lungo periodo il distacco rimane, ma la tendenza sembra proprio iniziare a far preferire conservare le migliori opere di Bacco nella propria cantina, piuttosto che le più avvenieristiche conquiste del settore automobilistico nel proprio garage.

Negli ultimi 5 anni infatti, il vino, ha visto incrementare del 61% il suo valore in termini di collezionismo e negli ultimi 10 di ben il 231%. Una crescita decisamente in rapida ascesa. Se con la crisi solo la Cina aveva tenuto a galla il settore, adesso, con i prezzi stabilizzati, anche gli altri Paesi hanno ripreso ad acquistre. Proprio i cinesi, tra l’altro, piaccia o meno, sono in qualche modo responsabili della ripresa. Loro, infatti, non lo acquistano soltanto il vino pregiato, ma si sono appassionati alla viticoltura. Basti pensare che, sono nella regione di Bordeaux hanno acquistato molti ettari di Chateauzx.

 

La spinta cinese prima e dopo la crisi

Dopo la crisi gli acquirenti cinesi – ha infatti spiegato Andrew Shirley, il responsabile della relazione sull’indice Knight Frank – hanno acquistato vini di alto valore. Non perché li amavano, ma perché hanno percepito che era il momento per farlo”. Come dargli torto. Essendo praticamente gli unici a poterselo permettere e consci del fatto che le loro quotazioni sarebbero tornate a salire l’investimento è stato più che azzeccato. In più, ha sottolineato Shirley, i cinsei negli anni si sono anche appassionati e ora sono anche loro intenditori di vino.

Sotheby’s, la più importante casa d’aste al mondo, ha guidato il mercato globale del vino l’anno scorso incassando il 22% rispetto al 2015. Per capire quanto si è disposti a spendere se la disponibilità c’è, basti pensare che la vendita dei vini della cantina di William Koch ha portato ad un fatturato di 22 milioni di dollari, mentre per 10 bottiglie di Chateau Mouton Roschild sono stati sborsati 343 mila dollari.

I collezionisti d’arte si prendono il primo posto in questa classifica. Sono loro quelli che aumentano più di tutti. A sorpresa i gioielli di lusso fanno un gran balzo in avanti. A pensarci bene l’uomo che lo aveva capito prima di tutti era uscito dalla penna di Ian Fleming. Conquistava le donne con gioielli e champagne, aveva gran gusto per l’arte e possedeva una Aston Martin che ha fatto epoca. Che dire. Oggi James Bond avrebbe partecipato a qualche asta da Sotheby’s…non c’è dubbio!