Uk Wine Intelligence tratteggia l'identikit del consumatore di vino cinese. A dire il vero "gli" identikit"! Sì perché qui, dove il nostro vino piace sempre più, ognuno ha il suo modo di viverlo. E per fare un buon marketing bisogna sapere cosa stanno cercando

Il nostro vino a loro piace. A Hong Kong è in pieno boom. Si sono costruiti una Disneyland del Vino con molto (anche troppo) di noi. E da quando hanno capito che fare vino ha un potenziale economico enorme, hanno chiamato a raccolta alcuni dei nostri professionisti migliori per farsi dare le dritte giuste. I cinesi, insomma, il vino lo amano sempre più e il loro mercato è uno dei più ambiti da tutti i maggiori produttori del pianeta. In realtà, per diffondere maggiormente la nostra cultura del vino, abbiamo anche formato 80 giovani (millennials per essere precisi) blogger con gli occhi a mandorla. Sulle difficoltà incontrate i punti di vista sono tanti. Dal problema dei mancati accordi tra Stati nonostante l’eliminazione dei dazi, a quella di proporre il nostro vino solo nei ristoranti italiani. Le cose, in effetti, stanno cambiando e i numeri sembrano darci ragione.

Ma per capire come conquistare un mercato, è incontrovertibile, bisogna sapere prima cosa questo mercato richiede. Uk Wine Intellignce ha cercato di delineare i tratti dell’enoappasionato cinese intervistando 2mila di loro proprio riguardo ai loro gusti in materia di vino importato.

 

Calici cinesi: il vino d’importazione la fa da padrone, ma ognuno ha il suo modo di consumarlo. Saperlo è un buon vademecum per soddisfare i loro bisogni e conquistare il loro mercato

 

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I Social Newbies

Non ci stupiamo troppo se gli enoappassionati cinesi sono soprattutto i “Social Newbies”. Così li definisce il report di Uk Wine Intelligence “China Portraits 2017”. Chi sono? Ovviamente i giovani. Quelli che si taggano, si pubblicano su Instagram, su Facebook. Quelli per cui il vino non è questione di puro gusto, ma di vera e propria socialità. E da questo punto di vista la sperimentazione, cioè il provarne sempre di nuovi, è un qualcosa che attrae. D’altra parte i millennials americani insegnano. Con l’hashtag #rosè hanno creato un brand! Insomma, il 26% dei consumatori di vino in cina vede il calice come un social drink online e offline.

 

I Develping Drinkers

Poi ci sono quelli che bevono per piacere. Non i grandi esperti. Ma quelli che tendono ad aumentare il loro consumo man mano che ne scoprono le particolarità. Questi sono i “Developing Drinkers”. Potremmo definirli i bevitori in crescendo. Quelli che, per voglia di conoscenza, rappresentano dunque un ottimo punto di riferimento per chi vuole portare i suoi vini in terra d’Oriente. Aperti alla scoperta, infatti, più trovano un vino da apprezzare, più aumenta la loro voglia di consumarne. Una fetta di mercato, questa, che rappresenta il 22% del totale.

 

Gli Healt Sippers  e i Prestige – seeking Traditonalists

Poi ci sono quelli che, un po’, di vino ne sanno. Almeno quando parliamo di etichette. E che cercano la qualità in relazione all’accessibilità. Insomma quelli che vogliono bere bene spendendo il giusto. Rappresentano il 18% dei consumatori di vino in Cina e sono definiti “Healt Sippers”. Se ve lo siete chiesti sì, la parola Healt si lega proprio all’idea che questa categoria di enoappassionati ha del vino. Il suo consumo, nella giusta misura, è da loro infatti considerato un vero e propria toccasana per il loro benessere fisico. Aspetto che, quando si pensa a campagne di marketing e promozione, sarebbe bene tener presente.

 

I Frugal Occasionals e gli Adventurous Conoissuers

Infine tra le categoria più gettonate, c’è quella perfetta per i grandi brand. Quelli che, in sostanza, anche sul prezzo giocano alto. Sono i “Prestige – seeking Traditionalists” (16%). Non badano a spese e amano bere vini stranieri. Ahinoi soprattutto quelli francesi ad oggi, per quel fascino che, da sempre, ne caratterizza già soltano l’idea.

Infine quelli che noi chiamiamo bevitori occasionali e, dall’altra parte, quelli che ormai ci siamo abituati a chiamare winelovers. Ovvero coloro che, di vino, ne sanno! I primi, i “Frugal Occasionals”, sono poco interessati al consumo di vino. Sono quelli che, al supermercato, se proprio lo devono comprare il vino, spendono poco e se lo comprano di casa. I secondi, invece, sono quelli più affascinati dai vini provenienti dai grandi Paesi della viticoltura. Ergo da noi. Gli “Adventurous Connoisseurs” rappresentano il 9% degli enoappassionati, e quando devono comprare un vino non solo non badano a spese, ma non si lasciano ingannare dallo status symbol. Loro prestano attenzione a vitigni, territori e denominazioni.