Inaugura a novembre a 40 chilometri da Adelaide la cantina "che si muove" dove vivere un'esperienza del vino unica. Pareti che si spostano in un ambiente immerso nella natura dove la sensorialità inizia varcando il cancello...

Chi non si è mai cimentato nel cubo di Rubik? Per gli amanti del cinema l’horror ha regalto una versione tetra del muoversi dentro un cubo pieno di trappole. Meccanisimi complessi frutto di una logica che imponeva semplicemente l’immobilità. Restare immobili in questo cubo sarà però molto difficile. Rischi non se ne corrono se non quello di vivere un’esperienza tridimensionale capace di mettere insieme, arte, scenografia, alta cucina, natura e, ovviamente, vino.

Questo è il filo conduttore, ma se è vero che anche l’Italia ha compreso che la “sensorialità” è la nuova parola d’ordine del vino, il resto del mondo non resta affatto indietro. Al di là dei discutibili gusti cinesi per una Città del vino che porta in un unico ambiente mezzo mondo, a fare la differenza è, quando il vino incontra l’arte, l’architettura. Nasce così, in Australia, una cantina che ogni winelovers vorrebbe visitare. Un’esperienza del vino che, così, sinceramente, non si era ancora mai vista. Le cantine d’autore prendono sempre più spazio in un mondo, quello del vino, che attirà sempre più curiosi ed appassionati e che, a loro, ha voglia di regalare qualcosa che vada al di là della semplice visita. L’esperenzialità nel “D’Arenberg Cube” si prospetta ben più che affascinante.

 

D’Arenberg Cube: pareti che si muovono, installazioni in realtà aumentata e sensorialità. Un viaggio unico nel mondo del vino

 

Arenberg Cube adelaide

 

Tra le cantine più suggestive c’è stata, proprio l’anno scorso, l’inaugurazione della barca di Starck. Un vero e proprio capolavoro nel cuore della Francia. Quest’opera futuristica nasce invece tra le vigne d’Australia. Il “D’Arenberg Cube” è un sogno durato 13 anni. Quello del produttore Charles Osburn è un progetto davvero incredibile. Gli architetti e gli ingegneri che ci hanno lavorato hanno dichiarato di non aver mai dovuto compiere uno sforzo così immenso. Sforzo che, però, sarà decisamente ripagato.

Immaginate di entrare in una cantina, che al terzo piano avrà anche un ristorante di lusso con una Carta dei Vini ad hoc e un menù in lavorazione dai sei mesi, e di muovervi, letteralmente, al suo interno restando, volendo, immobili. Ci sono voluti 14 milioni di dollari per realizzare la cantina interamente in vetro ispirata al Cubo di Rubik. Un luogo dove, oltre che con i sensi, si gioca con la mente di chi ha la fortuna di varcarne la soglia.

 

Un’opera di architettura ed ingegneria da cui lasciarsi, letteralmente, trasportare

 

arenberg cube osborn

Il cubo è un vortice di camere, fatto di pavimeti e pareti in grado di muoversi grazie a braccia meccaniche che trasformano gli spazi in sale di degustazione offrendo, ai presenti, anche un banco di miscelazione per creare i prori vini personalizzate. La virtualità non mancherà,. Esempio ne è il fermentatore virtuale dentro cui si verrà letteralmente catapultati avendo la sensazione di precipitare al suo interno.

Stimolare la mente, la creatività e le sensazioni fisiche non bastava però. Osborn ha voluto anche creare degli ambienti dove i sensi giocassero con i profumi. Quelli del vino. Ecco perché una delle stanze sarà riempita di una fitta nebbia che non è altro che, appunto, vapore di vino.

E Osborn, con i suoi architetti ed ingegneri, la sua cantina l’ha pensata davvero bene. Il viaggio inizierà infatti una volta varcati i cancelli della sua tenuta. Siamo a 40 chiliometri da Adelaide, nella McLane Vale, e i vigneti che circondano l’azienda sono stati piantati qui dai coloni europei del XIX secolo. Siamo quindi in una delle cantine più antiche dell’Australia. Lui si sente un moderno Willy Wonka, ma ciò che ha creato a noi sempre più un mix tra il Mago di Oz e Alice nel Paese delle Meraviglie dove Rubik ha lasciato la sua impronta. Appena entrati, infatti, sarà la musica ad accompagnare gli ospiti. Musiche create ad hoc e diverse a seconda della stagione e il clima. Ha un che di magico in effetti.

Decisamente unica al mondo questa cantina è sì cantina, ma anche realtà aumentata, galleria d’arte, alta ristorazione e immersione nella natura. Una proposta enoturistica che non ha eguali. Un luogo pensato e nato per esaltare sì la produzione aziendale, ma anche per dare un valore aggiunto alla viticoltura di un Paese che, con i suoi calici, conquista sempre più palati nel mondo e che è sempre più meta turistica. In questo caso…enoturistica! Ecco perché il vero cuore della cantina di Osbrn è il ristorante. Quell che si raggiunge soltanto dopo aver vissuto tutta l’esperenzialità di una cantina che gioca con l’immaginazione, con le sensazioni e le nostre debolezze. E’ qui che il lusso si trasforma in realtà tangibile: quello della cucina e del vino. Non da osservare e respirare, ma da gustare. Giunti qui allora sì potrete dire di aver trovato la soluzione al cubo di Rubik.

 

 

(Nella foto in basso: al centro Charles Osborn. A sinistra i responsabili del ristorante del D’Arenberg Cube)